Cuba e la Transizione programmata per il rovesciamento della rivoluzione
Sono iniziati mercoledì scorso presso il Palazzo delle convenzioni a L’Avana i colloqui per normalizzare le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e Cuba, secondo quanto è stato annunciato congiuntamente dai presidenti Barack Obama e Raul Castro lo scorso 17 dicembre. Giovedì, la delegazione governativa guidata dall’assistente-segretario di Stato per il Western Hemisphere, Roberta Jacobson, iniziava le trattative con il governo cubano per il pieno ripristino delle relazioni diplomatiche, interrotte dal 1961, e lo scambio di ambasciatori.
Molti rimangono increduli sulle vere intenzioni dei due Paesi e sull’imminente apertura delle ambasciate: sarà il primo passo per porre fine al blocco? Sarebbe un ridicolo globale che gli Stati Uniti avessero stabilito relazioni diplomatiche con un Paese, che è soggetto alle disposizioni della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, in un quadro di parità giuridica e di rispetto per la sovranità delle parti e, allo stesso tempo, mantenessero una politica aggressiva di rovesciare il governo con cui sta negoziando la normalizzazione delle relazioni.
Certo l’economia cubana ha risentito del primo embargo, imposto il 19 ottobre 1960, a due mesi dalla nazionalizzazione delle imprese americane decisa da Fidel Castro, poi è stata affossata nel febbraio del 1962 dal bloquéo totale di tutto il commercio tra i due Paesi, l’arma principale di lotta al castrismo, poi l’economia cubana è stata annientata nel 1996 dalla legge Helms-Burton, che ha penalizzato le imprese straniere impegnate in affari con Cuba, consentendo a cittadini americani di far causa a investitori stranieri che avessero utilizzato proprietà espropriate dal regime dell’Avana. Dove sarebbe potuta arrivare la rivoluzione castrista senza il blocco e la legge Helms-Burton?
Per gli ottimisti l’insorgenza di questi scambi Usa-Cuba sarà solo il primo passo di un lungo e difficile cammino, essendo molte le questioni controverse. L’immigrazione, ad esempio, richiederebbe l’abrogazione dell’assurda legislazione statunitense, che prevede due politiche migratorie: una di Accomodamento cubano dei “Piedi asciutti-Piedi bagnati” utilizzata per sovvertire e destabilizzare il governo cubano, incoraggiando l’emigrazione illegale e il furto di cervelli ed una per gli altri Paesi centroamericani, estremamente crudele che ha causato sul confine tra Messico e Stati Uniti 5.600 morti. Per non parlare di altri problemi, come la rimozione di Cuba dalla lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo, pubblicata anno dopo anno dal Dipartimento di Stato del Paese giudicato il più grande terrorista al mondo, problemi come l’occupazione e usurpazione del territorio di Guantanamo che deve essere reintegrato alla sovranità di Cuba.
Quanto ai pessimisti, l’insorgenza di questi scambi non può non ricordare la ricerca del 1993 dell’accademica statunitense, Gilliam Gunn, finanziata dal Twenty Century Fund sulle possibilità di realizzare a Cuba una TRANSIZIONE che portasse al rovesciamento della rivoluzione.
Lo studioso cubano Néstor Garcia Iturbe ha fatto un riassunto delle idee più importanti in esso riflesse, che – a distanza di oltre venti anni dalla pubblicazione – acquistano una speciale validità. (https://lapupilainsomne.wordpress.com/2015/01/20/ee-uu-cuba-cuba-en-transicion/). Di seguito la sintesi della ricerca di Gilliam Gunn.
Base filosofica della proposta:
– L’alienazione generazionale causata dalla presa del potere da Fidel Castro è alla fine, ma nessuno sa cosa verrà dopo.
– Noi inonderemo l’isola con beni e servizi statunitensi, con investimenti, con l’accesso alle migliori informazioni e soprattutto americane.
– A Cuba gli Stati Uniti possono condurre una transizione democratica e pacifica, senza l’intervento militare né occupazione a lungo termine.
– Per assicurare una transizione pacifica qualsiasi politica che provoca una violenta eruzione dovrebbe essere evitata.
– Dobbiamo porre il governo cubano in una posizione in cui non ha altra scelta che agire secondo la volontà degli Stati Uniti.
Modifiche necessarie nella politica Usa
– Sospendere la retorica aggressiva contro Cuba. Ripetere il messaggio che gli Stati Uniti non vogliono aggredirla
– Gli esiliati hanno il diritto di preoccuparsi per il loro Paese, ma ogni soluzione deve venire da dentro.
– Le Ong devono essere lo strumento per inviare aiuti umanitari alle Ong cubane.
– L’aiuto inviato deve contribuire a migliorare la situazione del popolo cubano. Mettere in chiaro che gli Stati Uniti si oppongono al governo, ma non al popolo.
– Non continuare le manovre militari aggressive contro Cuba ed informare di questo privatamente e pubblicamente.
– Distanziare l’amministrazione dell’ala conservatrice della comunità cubano-americana e sviluppare relazioni con l’altro segmento.
– L’azione di cui sopra rimuoverà il timore che cercheranno di attuare un governo guidato da esuli nella Cuba post-Castro.
– Cessare di fare pressione sulle società dei Paesi terzi perché non commercino con Cuba.
Passi in funzione della transizione
– Stabilire uffici stampa a Washington e L’Avana.
– Fare riunioni congiunte a basso livello per l’ambiente, il traffico di droga e altri.
– Stabilire voli diretti per migliorare le comunicazioni e la posta tra i due Paesi.
– Finanziare borse di studio e viaggi negli Stati Uniti di un gran numero di cubani, preferibilmente giovani, coinvolti nel governo a vari livelli.
– Sospendere Tv Martí e riformulare Radio Martí.
– Dare più possibilità di viaggiare a Cuba e inviare rimesse e altri beni.
Misure di Cuba in funzione della Normalizzazione delle relazioni
– Iniziare negoziati per compensare imprese statunitensi che sono state confiscate a Cuba.
– Permettere alle Nazioni Unite di indagare la situazione nel Paese dei diritti umani.
– Liberare i prigionieri politici e effettuare elezioni comunali con osservatori internazionali.
– Eseguire elezioni nazionali con gli osservatori internazionali o commissioni multilaterali.
“Se trovate qualche somiglianza con ciò che sta accadendo in questi momenti non è una pura coincidenza”. A voi le conclusioni!