Il regalo di Renzi agli alluvionati: nessuna proroga per le tasse
Sono bastate due righe del ministero dell’Economia per gettare nel panico persone e imprese in tante parti d’Italia recentemente toccate da catastrofi naturali. Il 22 dicembre, i cittadini alluvionati dovranno pagare in un’unica rata le tasse che erano state precedentemente sospese, ad ulteriore dimostrazione di come l’esecutivo di un governo democratico faccia cassa sulla disperazione della gente e delle piccole imprese. E’ il regalo di Natale del governo Renzi agli abitanti di Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia e della provincia di Foggia che, dopo avere subìto le alluvioni dei mesi scorsi, dovranno passare alla cassa e saldare i conti con il fisco.
Il versamento dell’Iva, Ires, Irpef e Irap, dopo le calamità naturali, era stato “congelato” fino al 20 dicembre con un decreto ad hoc del Tesoro, che faceva sperare in una data più opportuna per le nuove scadenze che sarebbero state comunicate con “successivo provvedimento”. A ridosso del Natale non si tiene in alcun conto la situazione drammatica di molti operatori economici alluvionati o di cittadini con l’alloggio inagibile, costretti a pagare l’Imu, la Tasi e la Tari al governo che batte cassa mentre diversi Comuni colpiti si muovono in direzione contraria, prorogando il rinvio delle imposte di loro competenza.
Solo questo governo che spreme sempre i più deboli poteva pensare di chiedere ai cittadini alluvionati, ridotti ad un bancomat, il pagamento in un’unica soluzione. Eppure il governo sa bene che il problema della fragilità del nostro territorio e dell’esposizione al rischio di frane e alluvioni riguarda molte aree della Penisola, sottoposte per anni a scellerata cementificazione. In ben 6.633 comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico che comportano ogni anno un bilancio economico pesantissimo, intollerabile quando è pagato con la vita. Ma sulle cause dei danni “non traiamo conclusioni affrettate, che dovranno spettare agli organi competenti, a partire dalla magistratura”, aveva sottolineato il premier Matteo Renzi agli alluvionati di Genova.
Il minimo che il governo poteva fare era la sospensione dei pagamenti almeno fino ad aprile e poi avviare un rientro rateizzato delle imposte dovute, ovviamente senza interessi: solo così lo Stato, dopo tutti i danni fatti, poteva dare l’idea di stare accanto ai cittadini, molti dei quali hanno perso tutto con l’alluvione. Altrimenti paghi di tasca sua le imposte dovute da cittadini e imprese unitamente a molti sindaci e amministratori responsabili di essersi arricchiti con le scellerate politiche del cemento.
Invece di pensare alle Grandi Opere inutili, grandi infrastrutture che vanno a finire nelle tasche della criminalità organizzata, un grande buco nero per i soldi pubblici, con la Tav in Val di Susa, col Tap in Puglia, la “Gronda di Ponente” e il “Terzo Valico ferroviario in Liguria…, il governo italiano si impegni al benessere della collettività, non solo a quello delle multinazionali o delle grandi aziende, pensi ai treni per tutti e non per pochi, protegga la popolazione con un programma di manutenzione del territorio e di prevenzione del rischio, invertendo la tendenza degli ultimi anni, e Matteo Renzi eviti di sognare le Olimpiadi del 2024, per i cui costi chissà quali altre tasse ha già in serbo.