Bahrain: crimini e repressione contro i manifestanti anti-regime
Non si ferma la brutale repressione da parte delle Forze di sicurezza del regime del Bahrain contro i manifestanti anti-governativi. Ieri i militari hanno usato gas lacrimogeni e sparato proiettili di gomma per disperdere i manifestanti nella capitale Manama e in altre città dello Stato del Golfo Persico. Secondo quanto riferito dai media locali, le forze di sicurezza hanno avviato un giro di vite contro i militanti nell’isola di Sitra, vicino la capitale Manama. I manifestanti continuano a chiedere la caduta del regime di Al-Khalifa.
In molti villaggi del Paese, migliaia di cittadini sono scesi per le strade per denunciare la brutale repressione del regime contro i manifestanti che chiedono delle riforme democratiche per il Paese. All’inizio di questo mese, i militanti si sono riuniti a Sitra per esprimere la loro indignazione per le recenti misure adottate dal governo del Bahrain nel concedere la cittadinanza ai cittadini stranieri. La mossa del regime è giunta poco dopo che un tribunale ha condannato 13 stranieri con l’accusa di coinvolgimento in operazioni di “terroristiche”.
Da metà febbraio 2011, migliaia di manifestanti anti-governativi hanno tenuto numerose manifestazioni per le strade del Bahrain, chiedendo alla famiglia reale Al-Khalifa di cedere il potere. Un mese dopo l’inizio delle proteste anti-regime, le truppe di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono intervenute nel Paese per “sostenere” il governo nel suo giro di vite contro i manifestanti. Secondo fonti locali, decine di persone sono state uccise, centinaia ferite e migliaia quelle arrestate. Diversi gruppi per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per il trattamento riservato agli attivisti detenuti nelle carceri del Paese, vittime di torture e atrocità da parte delle autorità carcerarie e delle forze di sicurezza.