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Acqua contaminata: l’ennesima squallida storia tutta italiana

di Salvo Ardizzone

È l’ennesima squallida storia tutta italiana: per anni e anni ad almeno 700mila persone è stata fornita acqua contaminata; la somministrazione è avvenuta senza alcun controllo, anche ad ospedali e scuole, nel silenzio generale d’un simile scandalo. Lo certifica l’Istituto Superiore della Sanità (Iss) che ha esaminato i campioni delle acque, prelevati nel 2007, su mandato dell’Avvocatura dello Stato.

Nel 2007 (sono passati sette anni!), la Forestale ha scoperto nel pescarese, a Bussi, a ridosso del Parco della Maiella, una mega discarica di 25 ettari (sequestrata nel marzo dello stesso anno) con dentro di tutto, comprese sostanze tossiche. E il percolato di quei veleni finiva nelle falde d’acqua della zona avvelenandole. Il processo si svolge presso la corte d’Assisi di Chieti, e vede imputati i vertici di Montedison e Solvay con oltre venti alla sbarra, con l’accusa di avvelenamento di acque e disastro ambientale.

Secondo la relazione, di cui citiamo uno stralcio integralmente, “la qualità dell’acqua è stata indiscutibilmente, significativamente e persistentemente compromessa… per effetto dello svolgersi di attività industriali di straordinario impatto ambientale in aree ad alto rischio per la falda acquifera e per le azioni incontrollate di sversamento”.

Secondo le stime delle autorità competenti, il danno calcolato ascenderebbe a 8,5 mld di € e per la bonifica servirebbero fra i 500 e i 600 milioni (che è come dire che non si potrà fare mai!); da quanto detto è evidente che si tratta di un disastro irreversibile, che dà un colpo mortale a tutta un’area.

Permetteteci due considerazioni; malgrado “vaccinati” dalle porcherie che scopriamo tutti i giorni, rimaniamo esterrefatti dal cinismo inaudito di chi ha perpetuato questo scempio nell’assoluta noncuranza di avvelenare un’intera popolazione.

Secondo: siamo altrettanto esterrefatti che, anche in presenza di crimini così evidenti, che compromettono così gravemente la salute pubblica, siano necessari sette anni per fare delle analisi definitive da depositare in un Tribunale. D’accordo, il nostro non è un Paese normale, ma ci sembra che questo sia proprio troppo.

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