Clinica veterinaria per i beduini della Cisgiordania
Una clinica veterinaria in mezzo al deserto, lì dove è più scarsa la piovosità, e dove è più difficile accedere all’acqua potabile e ai pascoli per il bestiame, anche a causa dell’occupazione israeliana. A costruirla, punto di riferimento per le comunità beduine di allevatori che vivono in Cisgiordania, una Cooperativa di allevatori beduini, costituita e formata con il contributo del Cisp-Sviluppo dei popoli, nell’ambito del progetto “Supporto alle comunità beduine e di allevatori della Cisgiordania”, e il sostegno finanziario della Fondation Assistance Internationale.
Le comunità beduine vivono nell’area C della Cisgiordania, un’area preziosa, perchè è qui che si trova la maggior parte delle risorse idriche e minerarie e delle terre coltivabili dei Territori Palestinesi, poste però sotto il controllo militare e civile delle autorità israeliane. Cosa che rende molto difficile la loro vita. I palestinesi residenti hanno infatti diritto di estrarre solo il 20% di acqua dalle falde acquifere della West Bank tramite un apposito permesso, e le famiglie beduine sono le comunità più marginalizzate, perchè costrette a sopravvivere con meno di 20 litri di acqua al giorno a persona. Spesso devono acquistare l’acqua in luoghi lontani dagli accampamenti, con costi di trasporto che spesso sono addirittura cinque o sei volte il valore dell’acqua stessa, o la prelevano da fonti non controllate o contaminate.
Due gli obiettivi del progetto del Cisp: incrementare la produttività delle greggi e dei prodotti derivati dall’allevamento, e costruire le condizioni perchè le donne, anche vedove o divorziate, possano svolgere il loro ruolo di responsabili della gestione del bestiame e dei processi di lavorazione casearia. A beneficiarne finora sono state circa 1.100 famiglie tra beduini e allevatori fellahin (allevatori con condizioni di vita simili a quelle dei beduini), che vivono nell’area C in Cisgiordania, comprese le zone rurali nei dintorni di Gerico e del distretto di Ramallah.
Il primo passo è stata la costituzione di una cooperativa di allevatori beduini, che ha deciso di offrire un sistema di assistenza veterinario non basato sulle visite a domicilio, perchè insufficiente, ma più articolato, organizzato in una clinica veterinaria fissa, un servizio veterinario mobile, e un servizio farmaceutico interno alla clinica. In questo modo la Cooperativa offre alla comunità un servizio vitale per il bestiame degli allevatori, che costituisce una delle poche, se non l’unica, fonte di reddito. I servizi previsti prevederanno un contributo da parte dei beneficiari. La clinica è stata aperta, e al suo interno ci sono anche spazi per la vendita di prodotti veterinari e caseari.
E’ stato poi messo a punto un programma di formazione per le donne sulle tecniche di produzione alimentare, norme igieniche da adottare per la produzione di prodotti lattiero-caseari sicuri e di qualità sia per l’autoconsumo che per il commercio, tecniche di commercializzazione e marketing, inclusi principi di contabilità, confezionamento dei prodotti per la vendita e rapporti con la clientela. Tale formazione è iniziata nell’autunno 2013, al termine del periodo di allattamento degli agnelli, e quindi con la disponibilità del latte delle capre per la produzione di formaggi. Gli animali sono stati infatti allattati con il latte artificiale, perchè crescono più velocemente, lo svezzamento dura meno, si riducono i disturbi gastrointestinali, si ha una maggiore igiene delle stalle, e più disponibilità di latte naturale per la produzione casearia di burro e altri derivati.
di Redazione