Baby squillo tra decadenza e squallore
Crisi dei valori e baby squillo: questi i termini che in questi tempi stanno sulla bocca di tutti, senza tuttavia trovare le cause di questo fenomeno che desta tanto scalpore. Dalla tristezza al cinismo, sono varie le sensazioni che si provano sentendo parlare di baby prostitute, l’ideale di purezza e innocenza che una quattordicenne dovrebbe mostrare viene ora macchiato, come della pece versata su una candida distesa di neve.
Concedersi per guadagnare qualche soldo da spendere in vestiti o da dare alle madri che talvolta, spinte dal bisogno di denaro o da non si sa cos’altro, per prime esortano e costringono insensibilmente le loro figlie a “lavorare”. Si tratta dunque della crisi economica che, traboccando in tutti i campi della vita, produce tali effetti? O sono forse le conseguenze del vivere in una società che attribuisce più importanza all’apparire piuttosto che all’essere per cui, pur di essere alla moda, si rinuncia alla propria dignità?
Una nebbia di dubbi avvolge questo fenomeno impressionante. Ancora peggiore è meditare sulla natura, quasi disumana, degli uomini che abusano di queste ragazzine che, per incoscienza o perché costrette da madri inqualificabili, si concedono a essi. Non solo una crisi dei costumi dunque, ma una completa assenza di valori che dovrebbero invece trovarsi alla base delle azioni umane, primo fra tutti la dignità. Che si parli di baby squillo o femminicidio è comunque il genere femminile ad essere coinvolto in fenomeni che vanno assolutamente sedati e portati al termine.
di Elisa Rapisarda