In ricordo del generale Giap, eroe della resistenza vietnamita
di Mauro Indelicato
Aveva 102 anni ed attorno a sé un alone leggendario, che lo faceva molto più che un “semplice” eroe nazionale; il generale Giap, ha rappresentato per il Vietnam l’orgoglio di un paese che nel giro di pochi decenni, si è liberato di due occupazioni ingombranti, quella francese prima e quella statunitense poi.
Cresciuto con il mito di Ho Chi Min, già durante la seconda guerra mondiale si distinse per la sua abilità tattica militare, contribuendo notevolmente alla cacciata di un altro impero che credeva di far del Vietnam una terra di conquista, quello giapponese, sconfitto nel 1945.
Ma è nel dopoguerra che Giap farà parlare a lungo di sé; affina le prime doti di guerriglia, addestra i vietnamiti alla resistenza contro i francesi: “Se il nemico attacca noi ci ritiriamo; se il nemico si ritira, noi attacchiamo”, amava ripetere ai suoi.
Con la strategia del logoramento, cacciò via i francesi con la prima guerra d’Indocina, conclusa nel 1954 con la battaglia di Dien Bien Phu; un successo enorme per Giap, che poco dopo però, dovette riprendere in mano le redini dell’esercito contro l’invasione statunitense.
Ma Giap, non era solo un abile militare, bensì alle doti militari contrapponeva anche un’ideologia molto legata a Ho Chi Min, del quale era amico personale, ed idee politiche che hanno dato in lui ed ai suoi soldati una grande determinazione e che avevano nel fine ultimo il benessere e l’indipendenza del Vietnam.
Fine più che riuscito, con la presa di Saigon, poi ribattezzata Tamp Ho Chi Min (città di Ho Chi Min) e la storica sconfitta dell’esercito americano nel Vietnam; il paese uscì distrutto da un decennio di guerra, ma il mondo conobbe la determinazione tanto di Giap quanto di un intero popolo che reclamava il proprio diritto all’indipendenza ed all’autodeterminazione da ogni ingerenza straniera.
Era dal 1982 che Giap non aveva più incarichi pubblici; in precedenza, nel Vietnam riunificato, assunse il ruolo di Ministro della Difesa e poi di consigliere del Partito Comunista, poi il ritiro a vita privata. Ogni tanto faceva la sua comparsa, molto applaudita dal pubblico, in qualche celebrazione, ma tutto sommato è stato per i vietnamiti un “nonno” saggio che aveva optato per il silenzio, interrotto sporadicamente da qualche discorso che indicava le linee guida per il partito di governo di Hanoi. Nel 2005, nel corso di un’intervista, aveva incitato i leader vietnamiti ad aprirsi alle riforme ed a guardare con più fiducia al futuro.
Dopo 4 anni di ricovero, Giap questa volta ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte ad una malattia; la sua capitolazione è avvenuta il 4 ottobre scorso ad Hanoi, la capitale vietnamita. Lascia dietro di sé una storia davvero incredibile, da far comprendere anche alle giovani generazioni, che dimostra come un popolo, pur se militarmente inferiore ad un esercito, può comunque trionfare grazie alla propria determinazione nel ricercare la libertà.