Primo Piano

Tra teatrini e tradimenti, continuano a depredare l’Italia

di Mauro Indelicato

L’Italia sta messa proprio male; questa è l’amara considerazione che si può dedurre da quanto accaduto in Senato nelle scorse ore. Il nostro Paese è un malato anestetizzato, che subisce mutilazioni mentre è convinto che il medico gli stia ricucendo le ferite. Il teatrino montato in fretta e furia a favore di telecamera a palazzo Madama in occasione della fiducia al governo Letta, rende tutto il paesaggio ed il contesto davvero squallido, avvilente, ancora di più perché gli italiani da casa ancora non comprendono cosa sia realmente accaduto in queste ore; stanno lì, a fare il tifo per l’una o per l’altra parte, senza accennare anche per un secondo ad un’orgogliosa presa di distanze dallo squallido spettacolo.

Non sorprendono più i politici, loro navigano nel loro mondo fatto di presunto potere e tanti (troppi) privilegi oramai da anni, ci si può aspettare di tutto; sorprendono gli italiani: da anni si parla di autunni caldi, di manifestazioni, si parla troppo anche su Facebook, ma all’atto pratico, l’italiota preferisce rimanere nella sua antica tradizione che proviene dagli scontri tra Guelfi e Ghibellini, vale a dire che, in periodi di scontri tra poteri, mai nella nostra penisola il popolo ha cercato di prendere in mano le sorti della situazione, ma ha patteggiato per l’una o l’altra parte. Così, oggi, preferisce ancora definirsi berlusconiano o anti berlusconiano, di destra o di sinistra, si scalda davanti la Tv con insulti a questo o quel politico, ma mai un accenno di capire cosa in realtà si cela dietro il teatrino politico.

Che uno scontro di poteri c’è stato mercoledì scorso, è un dato assodato, ma non tra i presunti Guelfi e Ghibellini di oggi, ossia Pd e Pdl, in quanto mai come in questo momento sono stati tanto uniti ed alleati, bensì tra i poteri filo troika, nettamente vittoriosi, ed un sistema di potere, altrettanto squallido, instaurato da Berlusconi dal 1994 ad oggi. Il castello del cavaliere sembra sfaldarsi, ma fa parte dei cicli politici tutto ciò; così come, fa parte del Dna degli uomini politici italiani cambiar casacca improvvisamente e far orientare l’ago della vittoria verso quelli che il giorno prima erano rivali. Ma, tornando al discorso principale, è deprimente vedere gli italici festeggiare solo perché uno dei due poteri ha perso; si abusa del termine “liberazione”, non si tiene invece mai in mente la parola occupazione: il nostro Paese è di fatto ingabbiato, occupato, senza più un accenno di sovranità.

Da quel 17 novembre 2011, data in cui un colpo di stato bianco della troika imponeva Mario Monti, l’Italia e gli italiani hanno subito le più pesanti angherie politiche della già di per sé mediocre storia repubblicana, eppure ancora si pensa ad alimentare questo teatrino. Fa un certo senso, da una parte, vedere anti berlusconiani che esaltano Alfano per aver lasciato Berlusconi, ammesso che questo scontro ci sia veramente stato, dall’altro vedere gente che addirittura bacia l’immagine del cavaliere. Quel che è successo invece, ha un altro tipo di contenuti, ma gli italioti non saprebbero distinguere chi sono i veri attori, neanche se li leggono nei titoli di coda: è palese come Enrico Letta non può permettersi di cadere in questo momento storico, in quanto in Italia ancora devono passare diverse scadenze per mettere al sicuro le politiche europeiste, o meglio, ammazza Europa; almeno fino a marzo, il secondo governo Bilderberg deve rimanere a galla, poi anche il presidente Napoliano potrà godersi la pensione e gli italioti torneranno a votare, senza però aver paura di stravolgimenti particolari, appunto perché, e i poteri internazionali lo sanno benissimo, siamo pur sempre il paese di Guelfi e Ghibellini… oltre che di italioti.

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