Al-Shabaab, i terroristi nemici dell’Islam
Negli ultimi giorni, in concomitanza con la liberazione della cooperante milanese Silvia Romano, si è scatenata l’ennesima vergognosa campagna anti-Islam. In questo caso, l’ignoranza e la faziosità hanno portato ad affiancare l’Islam al gruppo terroristico somalo Al-Shabaab. Questo movimento, conosciuto per la sua brutalità e per le sue stragi compiute contro i civili, è solo uno dei tanti strumenti utilizzati e sostenuti da Usa e Arabia Saudita nella regione. A cosa servono? Non scopriamo di certo l’acqua calda, ma il terrore è un’ottima arma per garantire interventi militari, spopolare e depredare nazioni e ultimo, ma non ultimo, alimentare l’industria delle armi.
Chi sono gli al-Shabaab?
Al-Shabaab significa “I Giovani” in arabo. Rappresenta l’ala radicale giovanile dell’Unione Somala delle Corti Islamiche, una milizia tribale solida fino al 2006 (quando allora controllava la stragrande maggioranza della popolazione, comprese le città simbolo di Jowhar, Chisimaio, Beledweyne e la capitale Mogadiscio).
I due movimenti ruppero ogni legame nei primi di agosto del 2011, dopo l’omicidio di alcuni alti funzionari di entrambe le organizzazioni, ma soprattutto a causa della pesante ostilità degli Shabaab nei confronti del gruppo paralimitare Ahlu Sunna Waljamaa, vicinissimo All’Unione delle Corti islamiche. Ahlu Sunna Waljamaa è costituito dai cosiddetti “sufi”, coloro che dell’Islam praticano la dimensione più mistica e trascendentale.
Il movimento ospita numerosi stranieri tra le sue fila, fra questi diversi occidentali. Secondo un rapporto investigativo della Commissione per la Sicurezza Nazionale della Camera Usa, il gruppo al-Shabaab avrebbe reclutato decine di presunti musulmani americani. Nel 2010, il New York Times ha riferito di una dozzina di statunitensi uccisi nella regione. Gran parte dei militanti stranieri provengono tuttavia da Yemen, Sudan, Costa Swahili, Afghanistan, Arabia Saudita, Pakistan e Bangladesh. A partire dal 2010, il loro numero é stimato intorno alle 300 unità.
Stando agli analisti, l’obiettivo di arruolare militanti esteri si rintraccerebbe in un bisogno di estendere la propria propaganda integralista su scala internazionale. Una sorta di gioco di potere tra le faide, che agli al-Shabaab varrebbe una raccolta fondi a sostegno dell’organizzazione non indifferente. Dietro a questo terrore ci sono puntualmente gli sporchi interessi delle potenze mondiali.
di Yahya Sorbello