L’accordo Italia-Spagna è stato raggiunto. La più grande società telefonica italiana, Telecom Italia, diventerà spagnola forse nel giro di un anno. Sarà la compagnia spagnola “Telefonica” a controllarla grazie ad un iniziale passo in cui potrà detenere circa il 66% del capitale fino ad una seconda fase del 70% del capitale di Telco.
Per quella definitiva, in cui potrà arrivare al 100% del controllo, si dovrà possibilmente aspettare gennaio quando anche i soci italiani ovvero Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Generali dovranno uscire dal contratto.
“Telecom non diventa spagnola. C’è stato solo un cambio di azionariato in Telco”, riferisce Franco Bernabè, presidente di Telecom. Ma a rischio sono anche gli investimenti all’estero: in Brasile, per esempio, vi sono di mezzo almeno 7 miliardi di euro. “Telefonica venderà tutti i pezzi pregiati di Telecom e, dunque, soprattutto il Brasile e l’Argentina dove la società è già presente – ha ribadito invece Michele Azzola della Cgil – Con 800 milioni si sono presi il controllo di Telecom e il governo non ha fatto una piega. Noi abbiamo già chiesto un incontro con il nuovo azionista Telefonica per vedere quali saranno le intenzioni”. Lo stesso ha anche annunciato diversi presidi di fronte la sede di Telecom in Piazza Affari a Milano, luogo dove si terrà il consiglio. Ma il Presidente italiano Enrico Letta, non si trova d’accordo ribadendo che “Telecom non è stata una privatizzazione di successo. Ora non può che migliorare”.
Privatizzazioni un successo? Ma quali vantaggi dunque? La situazione di Telecom non può che farci ricordare in che modo l’Italia intera si trova in una fase di pericolosa “svendita” di tutti i suoi maggiori patrimoni. Ricordiamoli anche:
TELECOM = SPAGNA
PARMALAT = FRANCIA
BUITONI = SVIZZERA
SANTAROSA = INGHILTERRA
VALENTINO = QATAR
ALITALIA = FRANCIA
PERONI = SUDAFRICA
ALGIDA = INGHILTERRA/OLANDA
GANCIA = RUSSIA
CARAPELLI = SPAGNA
To be continued?
di Redazione
