Matteo Renzi, il nuovo attore nello squallido circo della politica italiana
Nel parlare del presunto astro nascente del circo della politica italica, la prima domanda che viene in mente è: ma questo qui da dove è spuntato? Parliamo di Matteo Renzi, che nella sua vita ha fatto soltanto l’amministratore locale della sua città, Firenze, eppure oramai parla da premier in pectore, si rivolge all’Europa e sta scalzando dai telegiornali persino Silvio Berlusconi. Torniamo alla domanda di prima: da dove salta fuori il giovane Matteo? Chi gli ha affidato il ruolo di rottamatore della politica italiana? Soprattutto, al di là di 200.000 fiorentini, chi l’ha mai votato o legittimato a questo ruolo? Matteo Renzi, sembra uno di quegli attori catapultati sul palcoscenico improvvisamente, mentre assisteva allo spettacolo da dietro le quinte: dopo un iniziale imbarazzo, sembra che il sindaco di Firenze abbia in realtà già imparato la sua parte. Deve fare la parte dell’uomo nuovo, di colui che manda a casa i poteri forti dall’interno del sistema, senza evocare rivoluzioni e senza manda a quel paese nessuno. Un bravo ragazzo quindi, che da dentro le regole, vorrebbe stravolgere la politica; una parte che, vista l’età ed il suo volto da cocco della porta accanto, gli si addice bene.
Così, ecco che i media, dal 2011 hanno iniziato a parlare di lui, imponendolo all’opinione pubblica come reale alternativa di governo; opinione pubblica che ovviamente, nel caso italico, non brilla certo per capacità immediata nel recepire le cose ed a cui basta dare in pasto il nuovo personaggio televisivo dell’anno, per farla stare quieta e farle credere che qualcosa stia cambiando. Anche perché, Matteo Renzi è oramai un vero e proprio personaggio televisivo: fa le comparse ad Amici, la trasmissione di Maria de Filippi, da Bruno Vespa a Mentana non si è perso un talk show, non sorprenderebbe se domani mattina lo si ritrova a friggere cotolette da Antonella Clerici. Insomma, la macchina mediatica che ha costruito questo personaggio che si propone come rinnovatore, altro non è che l’ennesimo squallido venditore di fumo appoggiato già da diverse parti. Il disegno appare chiaro e sta prendendo sempre più forma: trasformare il Sindaco di una città, importante e storica sì, ma comunque piuttosto modesta nelle dimensioni, nel futuro referente di chi guida il circo politico dello stivale, con il benestare della popolazione, la quale lo vede come un innovatore.
Un primo segnale è arrivato in questi giorni; Matteo Renzi, a margine dell’ennesima festa PD a cui è stato invitato, ha dichiarato: “Sarò leale al governo Letta”. Da questa semplice frase, si possono fare diverse considerazioni. La prima: come mai parla già da segretario del partito? Chi ha legittimato Matteo Renzi ad ago della bilancia del teatrino politico? La seconda: bisogna notare l’assonanza con quanto detto da Veltroni nel 2007 sul governo Prodi: “Sarò leale all’esecutivo” disse e, poco dopo, dichiarava invece di voler correre da solo alle elezioni, sfaldando la maggioranza e dicendo addio al governo. Allora, come oggi, l’obiettivo era di andare ad elezioni anticipate, per poter fare un maxi governo tra i due presunti poli, ma all’epoca, era il 2008, il disegno fallì per via di una vittoria corposa di Silvio Berlusconi, ritardando questo progetto di 3 anni, quando un colpo di stato europeo piazzava Mario Monti. Ecco, con la frase prima citata, Matteo Renzi ha voluto dare il segnale, come Veltroni nel 2007: una volta eletto segretario, si staccherà la spina al governo Letta. Che Renzi sarà segretario, del resto, non ci piove: all’interno del PD, le correnti presunte antagoniste al primo cittadino del capoluogo toscano, stanno candidando personaggi sconosciuti, che non hanno alcuna chance di vittoria, sembra di assistere alle elezioni in Egitto all’epoca di Mubarak insomma.
Il progetto quindi, prevederà l’organizzazione in tempi brevi del teatrino tragicomico delle primarie, la legittimazione plebiscitaria dell’attore/Sindaco di Firenze e poi via alle elezioni anticipate, ovviamente con la legge Porcellum e con conseguente stallo politico che porterà alla “responsabilità” di un esecutivo a tinte unite guidato dal giovane asso politico. Ma da cosa si può intuire che Matteo Renzi non è affatto un antagonista? In primis, le cene ad Arcore da Silvio Berlusconi, spacciate come incontri istituzionali per trattare dei problemi di Firenze; il modo scellerato con cui ha governato la provincia prima ed il comune poi a Firenze, anche se governato è una parola grossa, impegnato com’è nei suoi tour da premier in pectore; nella stessa elezione del 2009 per la carica di primo cittadino, il centro–destra, che pure lì ha interesse a far bella figura vista la presenza del dinosauro onnipresente Verdini, ha candidato l’ex portiere Gigi Galli, anche lì una candidatura fatta apposta per spalancare le porte di palazzo Vecchio al presunto “rottamatore”; ma poi, soprattutto, la sua area di provenienza, quel Comunione e Liberazione dentro la quale Matteo Renzi è in stretti contatti con Formigoni e con tanti altri politici, di destra e di sinistra, che si sono già fatti conoscere all’opinione pubblica più per motivi di cronaca che per meriti politici. Attenzione quindi: fra qualche mese, potremmo ritrovarci l’ennesimo attore falso protagonista a guidare le nostre sorti. La speranza è che, almeno questa volta, gli italiani non diano ascolto ai nuovi venditori di fumo, anche se, realisticamente, è una speranza quasi utopica. I disegni imposti dall’alto, nello stivale in un modo o nell’altro prendono corpo e c’è chi si ostina ancora a chiamarci democrazia.