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Il Mercosur nel nuovo Sud America

di Fabrizio Di Ernesto

Grandi manovre in un Sud America che dopo la morte di Hugo Chavez sta cercando di rivedere i propri equilibri interni e riorganizzarsi non senza lotte intestine per il potere.

Il maggiore fermento si registra intorno al Mercosur, il mercato comune del Sud; questo progetto nato agli inizi degli anni ’90 con il trattato di Asuncion su iniziativa di Brasile, Argentina , Uruguay e Paraguay, con il passare degli anni ha saputo attrarre l’interesse degli altri Paesi tanto che nel corso degli anni è entrato a far parte di questo “club” anche il Venezuela, grazie all’intraprendenza di Chavez, mentre altri paesi della regione hanno ottenuto lo status di associati.

Lo scorso anno però in seguito al golpe bianco in Paraguay che ha portato alla defenestrazione di Lugo il Paese, che figurava tra i fondatori, è stato espulso.

Ora però il neo presidente Cartes vorrebbe essere riammesso in questo mercato comune ed ha già informato gli altri membri della sua intenzione, tornando ad agitare l’antica polemica relativa all’ingresso del Venezuela.

Quando Caracas venne accolta in questo gruppo infatti non ottenne l’unanimità, ma solo la maggioranza dei voti proprio per via dell’opposizione dell’ex governo paraguaiano, all’epoca fedele alleato degli Usa, episodio che provocò non poche frizione tra i due paesi.

Ora però Cartes vorrebbe chiudere con il passato e dopo aver ricordato questo episodio ha annunciato ufficialmente che chiedere al suo congresso di votare ed approvare l’ingresso del Venezuela nel Mercosur, a patto ovviamente che Caracas poi sposi la sua causa per la riammissione in questo club e nell’Unasur.

La mossa ha vari intenti, in primis riportare Asuncion all’interno della stanza dei bottoni e porre fine all’isolamento diplomatico figlio del golpe dello scorso anno; secondariamente poi, come ha ammesso lo stesso Cartes, entrare nel ricco mercato venezuelano con evidenti vantaggi dal punto di vista economico.

Riallacciare i rapporti con Caracas, cosa non riuscita nemmeno a Lugo, poi darebbe grande lustro a Cartes, un personaggio non proprio cristallino e non molto amato dalle cancellieri occidentali, che potrebbe perfino ambire ad un posto al sole nelle grandi strutture sovranazionali della regione.

Il cambio di atteggiamento da parte del nuovo governo paraguaiano sembra comunque essere fortemente dipeso da pesanti pressioni americane. Gli Usa infatti da anni puntano ad avere rapporti privilegiati con il Mercosur ma, Argentina e Venezuela, hanno sempre rappresentato degli ostacoli insormontabili alle ambizioni yankee, anche il Brasile che punta ad egemonizzare la regione, specie dopo la dipartita di Chavez, ha sempre visto con sospetto le mosse atlantiche in tal senso.

Il Paraguay però ha sempre rappresentato per Washington il cavallo di troia all’interno di questa organizzazione, anche se Lugo aveva cercato di smarcarsi da questo ruolo. Ora agli occhi dell’amministrazione Obama Cartes appare il personaggio ideale per tornare a svolgere questo compito, anche se per farlo dovrà giocoforza tenere rapporti ottimali con Caracas e Brasilia.

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