I massacri della Nato sono il costo della “democrazia”
Si chiama Nato, l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord ed è, come riportato, un’organizzazione internazionale per la collaborazione nella difesa. Ma oggi più che mai è quel termine “difesa” a preoccupare. Sono almeno undici i bambini morti, da 1 ai 7 anni, insieme ad una donna durante il bombardamento avvenuto a Shigal, est dell’Afghanistan, dove sarebbe anche crollata una casa.
Fonti locali riferiscono che sarebbero morti anche otto talebani mentre dalla stessa promotrice, la Nato, arrivano solamente messaggi di indifferenza, “un intervento di sostegno in risposta ad una richiesta delle forze della coalizione a Shigal”. Rispondono poi: “Siamo al corrente di alcuni feriti. Nessuna truppa di terra è stata inviata. Il nostro è stato solo un supporto aereo”.
Dunque un supporto che però ha portato alla morte di vittime innocenti, causato il dolore di diverse famiglie: è questo il supporto che vogliamo portare in nome di una democrazia di stampo “occidentale”?
Se questo è il costo della democrazia, allora come dare torto a chi sostiene che la Nato, come altre organizzazione a sfondo umanitario, uccide in nome di altri interessi?
Come avvenuto l’altro giorno per il caso Femen: attiviste agguerrite e finanziate da privati che manifestano nude nelle piazze, per meglio attrarre a sé lo spettatore e diffondere il loro messaggio. Questa volta però il messaggio doveva essere una condanna per la condizione della donna nell’Islam, un’offesa secondo loro, mentre dalla parte opposta e subito dopo, diverse ragazze musulmane hanno diffuso nel web la loro immagine con un cartellino dove stava scritto: “Non sono offesa, non parlare per me”.
di Redazione