Iran, ripristinare sicurezza economica affinché non diventi un pretesto per attacchi dall’estero

Mentre Trump e Netanyahu continuano a minacciare un prossimo attacco militare contro l’Iran, per le strade di Teheran vanno in scena proteste e scioperi sindacali.
La rapida turbolenza e l’instabilità delle ultime settimane sui mercati valutari e dell’oro, così come il forte aumento dei prezzi di beni e servizi, hanno creato un’ondata di insoddisfazione tra ampi strati della popolazione. Questa insoddisfazione è diventata più tangibile negli ultimi giorni portando centinaia di lavoratori a scioperare. I resoconti di queste proteste pubblicati dalle agenzie di stampa ufficiali, tra cui l’Iranian Broadcasting Corporation, mostrano che la natura di questi movimenti è stata principalmente sindacale ed economica. Queste proteste sono un chiaro segnale delle reali pressioni sulle vite delle fasce a basso e medio reddito della società e avvertono che ritardi e procrastinazioni nella gestione delle turbolenze dei mercati hanno talvolta conseguenze di vasta portata.
Per evitare che la crisi si diffonda, sono essenziali il coordinamento e l’azione efficace di tutte le istituzioni responsabili. Il governo dovrebbe impegnarsi per calmare l’atmosfera gestendo la liquidità, stabilizzando i mercati valutari e dell’oro e ripristinando la fiducia del pubblico attraverso la trasparenza e un’attenta definizione delle politiche. La squadra economica del governo dovrebbe essere selezionata e riorganizzata in base al merito e alle capacità, non a considerazioni personali o politiche. Le scarse prestazioni dei ministeri del Petrolio, del Semat, dell’Economia e della Banca Centrale hanno contribuito in modo significativo all’attuale situazione inaccettabile.
Iran, pericolo strumentalizzazioni
Questa instabilità patologica deve essere presa molto seriamente. Qualsiasi negligenza nell’affrontarla avrà conseguenze amare. La coincidenza di questi disordini con la visita del Primo Ministro del regime sionista negli Stati Uniti e i possibili negoziati sulla questione iraniana, dimostra che l’economia del Paese deve essere riportata a uno stato stabile e solido il prima possibile, affinché non diventi un pretesto per attacchi e tensioni orchestrati dall’estero. Non si dovrebbe inoltre ignorare la possibilità che alcune forze politiche estremiste possano abusare della situazione attuale e cercare di regolare i conti con il governo come loro rivale. Se questa opzione è vera e realistica, è l’azione più antinazionale che le forze politiche all’interno del Paese possano intraprendere.
Qualsiasi instabilità interna, se esacerbata dall’incoscienza dei manager e dall’immoralità dei rivali politici, può avere conseguenze che vanno oltre i confini economici. I mercati valutari e dell’oro sono gli indicatori più sensibili delle reazioni degli investitori agli sviluppi politici ed economici, e fluttuazioni incontrollabili, oltre alle conseguenze interne, possono aprire la strada ad attori stranieri per sfruttare la pressione economica e psicologica sull’Iran. L’instabilità del mercato, insieme alle sensibilità internazionali, offre opportunità per pressioni esterne e speculazioni economiche. La prevenzione, una gestione coordinata e trasparente e l’impiego di tutte le capacità del Paese sono le chiavi per ripristinare la stabilità, la fiducia dei cittadini e la sicurezza economica.
di Redazione



