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Sudan al centro di un nuovo scenario geopolitico

Sta diventando chiaro che la guerra in Sudan non è semplicemente un conflitto civile interno, ma fa parte di un più ampio scontro geopolitico. Il Sudan offre a Tel Aviv notevoli vantaggi in termini di sicurezza, in particolare nel monitoraggio delle spedizioni di armi e nell’intercettazione delle reti della Resistenza che si estendono verso Gaza e lo Yemen.

Nel settembre 2025, gli analisti di politica estera descrivono l’approccio di Israele come una “strategia a lungo termine”, studiata per garantire profondità regionale prima di affrontare sfide regionali interne o dirette. In questo contesto, le coste del Sudan e dello Yemen formano una zona cuscinetto marittima unificata, rafforzando l’architettura di deterrenza di Israele contro l’Asse della Resistenza. 

Controllando, o almeno sorvegliando, questi corridoi, Tel Aviv garantisce capacità di allerta precoce e di contenimento contro qualsiasi escalation. Tutto lascia supporre che Israele consideri il conflitto sudanese come una rara opportunità strategica per rimodellare l’equilibrio di potere lungo il Mar Rosso. 

Mentre l’attenzione mondiale è ancora concentrata sulle guerre a Gaza e in Ucraina, Tel Aviv continua silenziosamente a costruire un’infrastruttura di sicurezza che si estende dal Mediterraneo al Golfo di Aden, passando per Sudan, Eritrea ed Etiopia.

Il caos in Sudan potrebbe alla fine ritorcersi contro Israele

Tuttavia, questa espansione comporta seri rischi. Il caos sempre più profondo in Sudan potrebbe alla fine ritorcersi contro Israele, offrendo a Teheran o Sana’a nuovi punti d’appoggio per linee di rifornimento alternative o per ritorsioni asimmetriche. Con l’intensificarsi delle operazioni del movimento Ansarullah nel Mar Rosso, cresce l’ansia di Israele per la potenziale fusione dei fronti yemenita e sudanese in un unico teatro di Resistenza.

Oggi il Sudan è più di un semplice campo di battaglia per lotte di potere locali: è il fulcro geopolitico di un conflitto più ampio che si estende da Gaza a Sana’a, dove gli obiettivi di sicurezza israeliani si intersecano con l’instabilità africana.

La lotta per il Mar Rosso si è trasformata in una contesa non solo per il controllo marittimo, ma anche per chi definirà la geografia strategica del prossimo decennio.

di Redazione

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