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Kiev ha “smarrito” mezzo milione di armi

Il rapporto è di quelli che danno conferma a quanto si prospettava all’inizio del conflitto in Ucraina. Dall’invasione russa avvenuta a febbraio del 2022, Kiev ha “smarrito” 491.426 armi da fuoco con un incremento dell’80% da settembre 2024. A confermare questi dati arrivano i rapporti del ministero dell’Interno ucraino.

Armi scomparse a Kiev

Si tratta principalmente di Ak47 Kalashnikov (99mila), fucili da caccia (135mila), carabine e pistole (21mila casse contenenti pistole Makarov), risultano disperse anche mitragliatrici e lancia granate. Nel 94% dei casi si tratta di smarrimenti; le armi erano state distribuite ai civili dalle milizie popolari, molte sono finite nel ginepraio del mercato nero gestito dalla criminalità e dai terroristi. Molto probabilmente alcune delle forniture dell’Occidente sono state rivendute, sottobanco, ad altri Paesi in un connubio di corruzione e contratti opachi.

Più della metà della armi mancanti è di fabbricazione estera (58%), solo il 17% è prodotto in Ucraina, il resto è di origine ignota. La mappa delle regioni dove sono scomparse più armi vede primeggiare Kiev poi Donetsk, Mykoliav, Zaporizhzhia, inoltre ci sarebbero dai 2 a 5 milioni di armi da fuoco non dichiarate (fonte Ministero dell’Interno).

Uno Stato nelle mani di banditi

Kiev sostiene di aver intensificato gli sforzi per contrastare il traffico delle armi con controlli alle frontiere, tracciamento e registrazione all’interno di un database nazionale con il coinvolgimento dell’Ocse, l’Ue e la polizia svedese. Tra i vari progetti vi è anche il controllo delle armi leggere di piccolo calibro per migliorare la gestione delle scorte e prevenire il contrabbando. Vi è un altro rapporto, uscito nel mese di luglio ed è quello dell’Unodc (Ufficio contro la droga e il crimine organizzato) che, a quasi quattro anni dell’invasione russa, individua i gruppi criminali ucraini adattare i loro modelli di business per entrare nel commercio delle armi rubate.

I furti, il mercato nero, la perdita di armi in un Paese che affronta un conflitto non sono una novità. Tra il 2010 e il 2019 l’esercito statunitense ha perso o si è visto rubare circa 1.900 armi sia in patria che all’estero, come è accaduto nei fronti caldi dell’Afghanistan e del Libano. Resta un fatto: mezzo milione di armi finite chissà dove sono un numero enorme e un grandissimo problema di sicurezza interna e internazionale.

di Sebastiano Lo Monaco

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