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Libano tra aggressione israeliana e pressione internazionale

Nell’ultimo anno, il Libano è stato testimone di ripetuti raid aerei israeliani che hanno preso di mira le infrastrutture economiche nel sud e nella valle della Beka’a. Ciò riflette una strategia volta a impedire la ricostruzione e il ritorno alla vita nei villaggi di confine, a meno che il Libano non si sottometta alle sue richieste politiche e di sicurezza.

L’impegno del Libano nei confronti dell’accordo di cessate il fuoco non ha giovato. La sua esclusione dal vertice di Sharm el-Sheikh ha confermato la marginalizzazione del suo ruolo regionale e la sua esclusione dal cosiddetto piano “Grande Pace”.

Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha voluto dimostrare alla Knesset il suo sostegno alla posizione di Israele, insistendo sul disarmo di Hezbollah e “imporre” la pace ai suoi vicini. Questo approccio ha accresciuto le preoccupazioni dei libanesi che il Paese possa diventare vulnerabile a esperienze simili a quelle di Gaza, soprattutto con la recente escalation seguita all’accordo di Gaza e le conseguenti mosse degli Stati Uniti per spingere il Libano a negoziati diretti con Israele e fare concessioni.

Sul fronte militare, il Libano sembra preoccupato per la fase successiva, con fonti che parlano della possibilità che le aree a sud del fiume Litani possano essere trasformate in zone cuscinetto, o che possano essere imposte sanzioni a personaggi politici per aumentare la pressione sul governo affinché disarmi Hezbollah.

In questo contesto, è stato osservato che gli europei stanno cercando di garantire la continuazione della missione Unifil nel Sud dopo la fine del loro mandato ufficiale, nel tentativo di attenuare il vuoto di sicurezza che Israele potrebbe sfruttare per esercitare una maggiore influenza sul confine.

Il Libano a un bivio

Ciò che contraddistingue la fase attuale è che il Libano sta vivendo due problemi paralleli: da un lato, le pressioni esterne dirette di Israele e degli Stati Uniti per rimodellare l’equazione politica e di sicurezza e, dall’altro, le pressioni a favore del regime siriano. Queste pressioni riflettono la profondità delle sfide che il Libano deve affrontare, poiché ogni azione a livello militare o giudiziario ha ripercussioni dirette sulla stabilità economica e politica del Paese.

Il Libano sembra trovarsi a un bivio: deve proteggere la propria sovranità e l’indipendenza del suo processo decisionale politico, impegnandosi al contempo a garantire meccanismi in grado di resistere alla pressione israeliana.

La fase successiva sarà decisiva per determinare la capacità del Libano di resistere alle pressioni politiche e di sicurezza e di consolidare il suo ruolo di attore locale e regionale in grado di proteggere i propri confini e gli interessi nazionali.

di Redazione

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