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Regno Unito intensifica repressione pro-Palestina

Il governo del Regno Unito ha presentato i piani per introdurre una legge volta a frenare le ripetute manifestazioni, una mossa che, secondo i critici, prende di mira i manifestanti pro-Palestina e minaccia i diritti fondamentali di protesta.

Il Ministro degli Interni, Shabana Mahmood, ha annunciato le nuove misure in seguito agli arresti di massa a Londra, dove centinaia di manifestanti si sono radunati per opporsi alla messa al bando di Palestine Action, un gruppo recentemente bandito dalle leggi antiterrorismo. La legge autorizzerebbe la polizia a imporre restrizioni o a spostare le proteste se causassero “disturbi cumulativi” attraverso frequenti manifestazioni in luoghi specifici.

Mahmood ha sottolineato che le misure non costituirebbero un divieto assoluto, ma consentirebbero alle autorità di porre condizioni come limiti di tempo o cambi di sede. Tuttavia, i gruppi per i diritti civili sostengono che questo approccio rischia di reprimere la legittima espressione politica e potrebbe essere utilizzato per colpire ingiustamente gli attivisti.

Palestine Action è stata messa al bando il 4 luglio dopo che i suoi membri hanno danneggiato aerei militari presso la base aerea RAF di Brize Norton, azioni che il governo ha ritenuto giustificassero il trattamento del gruppo alla stregua di organizzazioni terroristiche come Al-Qaeda e Daesh. Questa designazione criminalizza il sostegno al gruppo, con pene fino a 14 anni di carcere ai sensi del Terrorism Act del 2000.

Regno Unito: 2mila arresti durante manifestazioni

Dall’entrata in vigore del divieto, sono stati effettuati oltre 2mila arresti durante le proteste, di cui quasi 900 durante una manifestazione in Parliament Square il 6 settembre, il numero più alto fino ad oggi. Le proteste hanno attirato un numero crescente di persone disposte a rischiare l’arresto mentre esibivano cartelli di condanna del genocidio ed esprimevano solidarietà con la Palestina.

La repressione del governo arriva in un momento di forti tensioni a seguito di un attacco mortale a una sinagoga di Manchester, in cui sono state uccise due persone. Nonostante gli appelli di funzionari e attivisti filo-israeliani per annullare una protesta programmata, gli organizzatori si sono rifiutati, affermando che l’annullamento sarebbe una vittoria per il terrorismo. La nuova legislazione segnala una posizione più dura sul dissenso, sollevando preoccupazioni sulle libertà civili e sul diritto alla protesta pacifica nel Regno Unito.

di Redazione

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