Iran: almeno 16 piloti israeliani uccisi nella guerra di giugno

Iran – Il maggiore generale Yahya Rahim Safavi, il principale consigliere militare del leader della Rivoluzione Islamica, l’ayatollah Seyed Ali Khamenei, ha affermato che l’Iran ha lanciato più di 500 missili che hanno colpito raffinerie, centrali elettriche, centri di ricerca e altre infrastrutture israeliane durante la guerra di 12 giorni di giugno, evidenziando gli ingenti danni e l’uccisione di almeno 16 piloti israeliani in un singolo attacco.
Intervenendo a un evento tenutosi lunedì a Qom in commemorazione della Settimana della Sacra Difesa, il maggiore generale Yahya Rahim Safavi ha affermato che gli Stati Uniti e il regime sionista non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi nella guerra di aggressione di giugno e sono stati strategicamente sconfitti.
Il regime israeliano, incapace di sostenere la campagna, è stato costretto a chiedere agli Stati Uniti di richiedere un cessate il fuoco, ha affermato, descrivendolo come una prova della forza dell’Asse della Resistenza e dell’incapacità del regime israeliano di fronte a tale forza.
Iran ha distrutto raffinerie, centrali elettriche e centri di ricerca del regime sionista
Il generale Rahim Safavi ha osservato che il bombardamento missilistico iraniano ha inflitto gravi danni ad Haifa e in altre zone dei territori occupati, prendendo di mira raffinerie, centrali elettriche e centri di ricerca del regime sionista. Ha aggiunto che uno degli attacchi missilistici contro un centro di addestramento piloti israeliano ha causato la morte di almeno 16 piloti israeliani, aggiungendo che le autorità sioniste hanno impedito la pubblicazione di dettagli completi sulle vittime e sulle perdite materiali della guerra durata 12 giorni.
Riferendosi alle testimonianze oculari provenienti dai territori occupati, il generale ha affermato che alcuni impatti missilistici iraniani sono stati così potenti “come un terremoto”, distruggendo un’area con un raggio fino a tre chilometri.
Sottolineando la necessità di rafforzare le capacità difensive e offensive dell’Iran, il generale ha affermato: “La miglior difesa è l’attacco. Se vogliamo la pace, dobbiamo essere pronti alla guerra. Una nazione forte scoraggia il nemico”.
di Redazione