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Arabia Saudita fornisce petrolio al regime siriano

L’Arabia Saudita ha annunciato un’importante fornitura di petrolio greggio alla Siria, attualmente governata dal gruppo terroristico Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), che controlla la capitale Damasco e gran parte del Paese.

1,65 milioni di barili di petrolio, per un valore di circa 110 milioni di dollari, sono destinati a sostenere l’economia siriana in difficoltà e a sostenere le operazioni di raffinazione sotto il regime di HTS.
L’accordo è stato formalizzato la scorsa settimana a Damasco, quando Sultan al-Marshad, CEO del Fondo Saudita per lo Sviluppo, ha firmato un memorandum d’intesa con il ministro dell’energia di HTS, Muhammad al-Bashir. Questa fornitura copre circa 12 giorni del consumo giornaliero di petrolio stimato in Siria, pari a 138mila barili, secondo i dati di Global Fire Power.

HTS, un gruppo terroristico affiliato ad Al-Qaeda guidato da Abu Muhammad al-Jolani, ex comandante di Daesh in Iraq, ha esercitato di fatto il controllo sulla Siria sin dal crollo del governo Assad. Il gruppo gestisce i propri organi di governo e le proprie forze di sicurezza, senza un governo siriano legittimo attualmente in funzione.

Arabia Saudita e dinamiche regionali

La decisione dell’Arabia Saudita di impegnarsi finanziariamente con HTS segna un cambiamento significativo e controverso nelle dinamiche regionali. Storicamente accusato di aver sostenuto diverse fazioni estremiste durante la guerra in Siria, l’attuale sostegno di Riyadh sembra legittimare il controllo di HTS sulla Siria, suscitando allarme tra gli osservatori internazionali. I critici avvertono che aiutare un’amministrazione guidata da terroristi mina la stabilità a lungo termine e le prospettive di pace nella regione.

Questa sovvenzione petrolifera fa parte di una più ampia iniziativa saudita volta a investire oltre 6,4 miliardi di dollari in Siria sotto il controllo di HTS. Questo include progetti per un valore di sette miliardi di dollari nella produzione di energia elettrica guidati da UCC Holding e un pacchetto da 14 miliardi di dollari che copre infrastrutture, trasporti e immobiliare.

All’inizio di quest’anno, l’Arabia Saudita e il Qatar hanno saldato i 15,5 milioni di dollari arretrati di HTS alla Banca Mondiale, sbloccando un finanziamento di 146 milioni di dollari destinato alla ricostruzione della rete elettrica. Inoltre, i Paesi del Golfo Persico si sono impegnati a sostenere gli stipendi del settore pubblico e hanno annunciato piani per espandere la capacità energetica attraverso centrali a gas e progetti solari sotto la supervisione di HTS.

Le Nazioni Unite hanno avvertito che la ricostruzione dell’economia e delle infrastrutture devastate della Siria sotto un regime estremista sarà un processo arduo e lungo anni. Il crescente ruolo finanziario degli Stati del Golfo Persico nella Siria accresce le preoccupazioni sull’influenza di HTS e sulle più ampie implicazioni per la sicurezza regionale e gli sforzi di pace.

di Redazione

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