Nepal, movimento anti-corruzione denuncia legami con Israele

Nepal – Il movimento giovanile nepalese ha intensificato l’attenzione sui legami tra Kathmandu e il regime israeliano, richiamando l’attenzione sulla presenza di coloni israeliani nel contesto della crescente instabilità politica.
Si stima che ogni anno tra i 7mila e i 10mila israeliani visitino il Nepal, con un’ambasciata attiva che monitora le loro attività; nel 2013, un sentiero del parco nazionale è stato addirittura ribattezzato “Sentiero di Israele” a causa della popolarità del Paese tra gli israeliani.
Secondo un rapporto di Press Tv, circa 200 israeliani si trovano attualmente rifugiati nella Chabad House di Kathmandu, mentre la città rimane in lockdown a seguito delle proteste anti-corruzione per la mancanza di opportunità economiche e il clientelismo.
Il regime israeliano ha diffuso silenziosamente un avviso di viaggio, invitando la popolazione del Paese a rimanere in casa o ad abbandonare la nazione himalayana per evitare che i disordini si diffondano.
È risaputo che molti dei backpacker e turisti in Nepal sono per lo più militari israeliani, in particolare persone con disabilità fisiche (molte delle quali sono rimaste ferite durante la guerra genocida di Gaza), che cercano cure attraverso iniziative come l’escursione sul monte Annapurna in Nepal, organizzata dalla Erez Foundation, un gruppo fondato e guidato dall’ex tenente colonnello israeliano, Shimon Pariente. “Quest’anno stiamo assistendo in modo particolare a un aumento dello stress post-traumatico, a un livello che non vedevamo da anni”, ha dichiarato Pariente ai media israeliani.
di Redazione