Israele espande sito nucleare di Dimona

Le immagini satellitari del sito nucleare di Dimona (Israele), esaminate da diversi esperti, confermano che si sono intensificati i lavori di costruzione di un nuovo importante edificio che a loro dire potrebbe essere un nuovo reattore o un impianto per l’assemblaggio di armi nucleari.
I lavori presso il Centro di Ricerca Nucleare Shimon Peres del Negev, vicino alla città di Dimona, riapriranno gli interrogativi sullo status, ampiamente ritenuto, di Israele come unica entità in possesso di bombe nucleari nell’Asia occidentale. Questo sviluppo potrebbe provocare proteste internazionali, soprattutto in seguito all’aggressione israelo-americana contro i siti nucleari pacifici dell’Iran.
Il 13 giugno, Israele ha lanciato un atto di aggressione palese e immotivato contro l’Iran, assassinando numerosi comandanti militari di alto rango, scienziati nucleari e civili. Una settimana dopo, gli Stati Uniti si sono uniti all’aggressione bombardando tre siti nucleari iraniani, un’azione che costituisce una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP).
L’omertà di Israele
Le immagini scattate il 5 luglio da Planet Labs PBC mostrano un’intensificazione dei lavori di costruzione nel sito degli scavi. Spessi muri di contenimento in cemento sembrano essere stati posati sul sito, che sembra avere più piani interrati. Le gru incombono in alto. Una valutazione unanime di sette esperti che hanno esaminato le immagini conferma che la costruzione è collegata al programma di armi nucleari israeliano a causa della sua posizione vicino al reattore di Dimona, privo di una centrale elettrica civile.
Tre ritenevano probabile che si trattasse di un nuovo reattore ad acqua pesante per la produzione di plutonio, mentre gli altri quattro suggerivano che potesse anche essere un impianto per l’assemblaggio di armi nucleari.
Si ritiene che Israele produca le sue armi nucleari utilizzando un reattore ad acqua pesante, che produce plutonio per le bombe atomiche e trizio per aumentarne la potenza esplosiva. Sia il regime israeliano che il suo più fedele alleato, gli Stati Uniti, hanno rifiutato di commentare, aderendo alla politica israeliana di non confermare né negare l’esistenza del suo arsenale nucleare.
Israele, che persegue una politica di deliberata ambiguità riguardo alle sue armi nucleari, si stima che possieda tra le 200 e le 400 testate nucleari nel suo arsenale, il che lo rende l’unico possessore di armi non convenzionali nell’Asia occidentale. Tuttavia, si è rifiutato di consentire ispezioni ai suoi impianti nucleari militari o di firmare il Trattato di non proliferazione nucleare, con l’invariabile sostegno di Washington.
di Redazione