Iran, oltre 20mila arresti per spionaggio

Dall’inizio dell’aggressione israeliana all’Iran (guerra dei 12 giorni), la polizia iraniana ha arrestato circa 21mila persone con varie accuse. Durante la guerra sono pervenute più di 7.850 segnalazioni pubbliche che hanno portato agli arresti.
Il portavoce della polizia iraniana, Saed Montazer al-Mahdi, ha osservato che la Polizia informatica iraniana ha gestito 5.700 casi di reati informatici, tra cui frodi su Internet, prelievi non autorizzati e un attacco informatico alla borsa Nobitex. Ha affermato che sono stati arrestati 2.774 “cittadini illegali”, di cui 261 arrestati con l’accusa di spionaggio e 172 detenuti per riprese non autorizzate, alcune delle quali per aver filmato “centri sensibili” in tutto il Paese. L’esame dei telefoni cellulari dei sospettati ha portato all’apertura di 30 casi di sicurezza speciali.
Parlando dell’attacco alla prigione di Evin, Mahdi ha dichiarato che la polizia ha arrestato 127 detenuti “per motivi di sicurezza e politici” durante un tentativo di fuga, tra cui due dei quali indossavano uniformi da pompiere.
L’agenzia di stampa Fars ha riferito il 25 luglio che più di 700 persone erano state arrestate nei 12 giorni precedenti con l’accusa di “cooperazione in materia di sicurezza con Israele”. Separatamente, il portavoce della magistratura, Asghar Jahangir, ha dichiarato il 22 luglio che 75 prigionieri sono evasi durante l’attacco missilistico israeliano sulla prigione di Evin.
Iran, massima mobilitazione contro spie e terroristi
Secondo Shargh Media Group, il Ministro dell’Intelligence iraniano Ismail Khatib ha dichiarato: “Le organizzazioni di intelligence e sicurezza hanno personale, mezzi e capacità operative per mobilitarle sia internamente che all’interno del regime stesso. Durante l’aggressione israeliana, abbiamo ricevuto sette milioni di segnalazioni pubbliche. Ci auguriamo che, poiché questa unità è stata l’asse portante per distruggere ogni influenza, ostilità, cospirazione e sedizione, saremo tutti in grado di proteggere questa unità e coesione”.
Durante la guerra di giugno, Israele ha lanciato attacchi coordinati all’interno dell’Iran, uccidendo alti ufficiali militari e dell’intelligence, scienziati nucleari e colpendo siti militari chiave e infrastrutture amministrative.
Gli analisti ipotizzano che lo scopo degli attacchi contro edifici amministrativi e infrastrutture sia quello di indebolire la presa e il controllo del governo iraniano sulle province di confine, nella speranza di fomentare disordini e movimenti separatisti.
Sia durante che dopo la guerra, le forze di sicurezza iraniane hanno sequestrato ingenti depositi di esplosivi, droni e armi, nonché officine utilizzate per la produzione di droni. Da allora, la caccia agli agenti infiltrati è continuata in tutto il Paese, con i leader che hanno esortato i cittadini a “mantenere la vigilanza, come hanno dimostrato durante la guerra”.
di Redazione