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Libano nel cappio della Banca Mondiale

Libano – Sono trascorsi cinque mesi dalla formazione del governo di Nawaf Salam; tuttavia, le sue promesse sono solo inchiostro sulla carta. La dichiarazione ministeriale di Salam, rilasciata il 26 febbraio, riguardante “l’accelerazione della ricostruzione di quanto distrutto dall’aggressione israeliana e l’eliminazione dei danni” non è stata attuata. Al contrario, il governo di Nawaf Salam rispetta instancabilmente le condizioni della Banca Mondiale.

La Banca Mondiale ha 10 progetti attivi in Libano, per un valore di 4,4 miliardi di dollari, di cui 2,46 miliardi di dollari sono stati erogati finora e 1,34 miliardi di dollari sono stati cancellati. Il tasso di interesse di questi prestiti ammonta a 786 milioni di dollari (pari al 3% del Pil).

Nell’anno in corso, con il pretesto di aiuti per la ricostruzione d’emergenza, la Banca Mondiale ha prestato al Libano 250 milioni di dollari. Ha inoltre stanziato 257,8 milioni di dollari per fornire acqua all’area metropolitana di Beirut.

Nel 2024, al Libano sono stati prestati 250 milioni di dollari, presumibilmente per promuovere il sistema energetico alternativo, e 29 milioni di dollari per aiutare a gestire la situazione finanziaria. Questi prestiti confermano il fallimento del governo di Nawaf Salam e dei suoi ministri, in particolare Joe Saddi, ministro dell’Energia e dell’Acqua del partito Forze Libanesi, che si sforza di emarginare Electricité du Liban.

Libano, tra il cappio della Banca Mondiale e il coltello dei terroristi

Pertanto, il Libano, dopo decenni di crisi elettriche e ricorrenti blackout, sembra trovarsi di fronte a una nuova “avventura” guidata dal partito delle Forze Libanesi. Si tratta di estendere un cavo elettrico sottomarino da Cipro a Beirut, come soluzione “promettente” al peggioramento della crisi elettrica, per una distanza di circa 190 chilometri.

Ovviamente, non sono ancora stati presentati al pubblico libanese studi ufficiali o tecnici dettagliati e né il ministero dell’Energia libanese, né quello cipriota, hanno espresso posizioni chiare sui meccanismi di attuazione o sull’ente che supervisionerà il progetto.

I contratti con i fornitori di servizi (Murad, KVA, NEUC e BUS) sono stati rinnovati via e-mail, su ordine diretto della Banca Mondiale, presumibilmente “per garantire la continuità aziendale”. La Banca Mondiale sostiene che Electricité du Liban non è pronta a riprendere il controllo del settore della distribuzione e dei servizi e non può garantire la continuità della fatturazione, della manutenzione o del funzionamento di diverse stazioni di trasformazione.

Inoltre, la Banca Mondiale ha fissato scadenze specifiche per la ripresa del settore elettrico libanese, che non sono inferiori a due anni. La Banca Mondiale, soprannominata dal popolo argentino “Il Fondo del Diavolo”, ha ricattato e continua a trascinare i Paesi nella trappola del debito, assorbendone la ricchezza e sfruttandola al massimo!

di Redazione

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