Gaza, le cifre della catastrofe umanitaria

Riportiamo una dichiarazione dell’ufficio stampa del governo di Gaza: “Il numero di bambini morti per malnutrizione è salito a 71, mentre il numero totale di decessi per mancanza di cibo e medicine ha raggiunto i 620 pazienti”. Tutto ciò è causato dal blocco totale israeliano e dall’assenza di qualsiasi intervento efficace per fermare il peggioramento della catastrofe umanitaria.
Cifre sconvolgenti relative alla catastrofe che sta attraversando la Striscia di Gaza
- 139 giorni dalla completa chiusura di tutti i valichi di frontiera di Gaza da parte dell’occupazione.
- 76.450 camion di aiuti umanitari e carburante a cui l’occupazione ha impedito l’ingresso negli ultimi 139 giorni.
- 42 mense comunitarie prese di mira dall’occupazione nell’ambito della sua politica di carestia.
- 57 centri di distribuzione di aiuti e cibo presi di mira dall’occupazione nello stesso contesto.
- 121 convogli di aiuti e spedizioni umanitarie attaccati dall’occupazione.
- 877 civili uccisi da Israele nei cosiddetti “Centri di aiuto americano-israeliani” — trappole mortali — con oltre 5.666 feriti e 42 dispersi.
- 650mila bambini rischiano di morire a causa di malnutrizione, fame e scarsità di cibo.
- 12.500 malati di cancro rischiano la vita e hanno urgente bisogno di cure e nutrizione.
- 60mila donne incinte sono a rischio a causa della mancanza di assistenza sanitaria e di cibo.
Condanniamo fermamente questo crimine in corso e riteniamo pienamente responsabile l’occupazione israeliana, così come i Paesi complici di questo genocidio attraverso il silenzio, la complicità o il sostegno diretto – primi tra tutti Stati Uniti, Germania e Francia. Li riteniamo storicamente responsabili di questo disastro umanitario in continua crescita.
Invitiamo la comunità internazionale e le nazioni libere del mondo ad agire con urgenza per porre fine alla politica della fame, salvare le vite innocenti ancora rimaste, annientate sotto gli occhi e le orecchie del mondo, e chiediamo l’immediata apertura dei valichi di frontiera e la revoca del assedio e l’invio rapido e urgente di aiuti umanitari.”
di Redazione