Siria e ciò che ne resta

Abbiamo quasi del tutto rimosso la Siria e i suoi tanti drammi. Abbiamo cancellato 14 anni di atrocità e tradimenti. Siamo stati ancora una volta vittime passive e aggiungo, colpevolmente, della propaganda occidentale.
Ancora oggi, tra il silenzio complice della comunità occidentale, le persone vengono rapite e trascinate per le strade. Alawiti e sciiti continuano a essere presi di mira dall’esercito siriano e dai gruppi sotto il suo comando. Almeno 8mila persone, per lo più civili, sono state uccise in Siria dalla caduta del governo dell’ex presidente siriano Bashar al-Assad e dall’istituzione di una nuova autorità di transizione. La terra siriana è occupata, i cieli sono controllati, l’acqua è stata sequestrata; ogni centimetro è sotto il controllo israeliano.
E cosa resta? Una distesa di terra grande come un tovagliolo, ora teatro di una lotta di potere tra terroristi, guidata da uno (Ahmad al-Sharaa) che ha barattato le sue vesti “jihadiste” con un abito su misura e ha dichiarato con orgoglio: “Chiamatemi signor Presidente!”.
E ora tutti celebrano un'”identità visiva” inventata da un consigliere dell’MI6, incaricato di trasformare un signore della guerra in declino in qualcosa di guardabile.
di Redazione