Ingerenza Usa in Asia occidentale

Asia occidentale – Gli Stati Uniti sono entrati nel conflitto tra Israele e Iran, salvando Tel Aviv in grande difficoltà nel confronto militare con l’Iran. In risposta, Teheran ha bombardato ieri la grande base Usa di Al Udeid, in Qatar. Dopo questo attacco e sulle pressioni di Israele incapace di sopportare gli attacchi iraniani, si è giunti questa mattina a un fragile cessate al fuoco, presentato da Trump come un “grande successo”.
Presenza Usa e alleati di ferro in Asia occidentale

Il Bahrein non è altro che un porto navale statunitense con un Paese annesso e ospita il quartier generale della Quinta Flotta statunitense.
Il Qatar, la testa del serpente, che ospita il Centro Operazioni Aeree Combinate del CENTCOM, si trova nel mezzo del Golfo Persico, a soli 220 km dall’Iran. Entrambe queste basi di grande importanza, insieme a sei basi aeree e tre basi militari, sono tutte nel raggio d’azione dei missili iraniani.
Il ruolo delle monarchie
Inoltre, le dittature familiari che si spacciano per monarchie in queste compagnie petrolifere che fingono di essere Stati, sono state avvertite e informate che la collaborazione con l’impero delle bugie porterà alla distruzione dei loro impianti e beni petroliferi, e quindi se ne stanno nervosamente seduti nei loro palazzi di vetro sperando in una sorta di accordo pacifico.
Sebbene prendano ordini da Washington e Tel Aviv, hanno una qualche influenza, soprattutto in Arabia Saudita, dove Mohammed bin Salman potrebbe esercitare un certo potere, come fece suo padre nel 1973, quando interruppe la fornitura di petrolio per protestare contro la guerra che Israele stava conducendo all’epoca. Tuttavia Mohammed bin Salman ha già scelto da che parte stare, paragonando Khamenei a Hitler. Una decisione sconsiderata che lo potrebbe portare a fare una fine in stile Gheddafi.
di Redazione