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Iran, Mossad ha trascorso otto mesi a preparare attacco

L’operazione militare israeliana lanciata contro l‘Iran il 13 giugno, che ha colpito impianti nucleari, siti missilistici e obiettivi di alto livello, è il frutto di otto mesi di pianificazione segreta da parte del Mossad, ha riferito Axios.

Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato che l’obiettivo dell’operazione è “eliminare” le capacità nucleari e missilistiche dell’Iran. “Questa operazione continuerà finché sarà necessario, fino al completamento della missione”, ha affermato.

Secondo Axios, l’ondata iniziale di attacchi ha preso di mira circa 25 scienziati nucleari, uccidendone almeno nove, e ha incluso l’assassinio di alcuni dei massimi vertici militari iraniani, tra cui il comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche e il capo di stato maggiore. Anche aree residenziali di Teheran sono state bombardate, causando ingenti danni e vittime civili.

Aerei da guerra israeliani hanno effettuato bombardamenti su larga scala in tutto l’Iran, mentre agenti del Mossad a terra hanno condotto missioni di sabotaggio contro importanti basi missilistiche e di difesa aerea.

Axios afferma che gli attacchi sono stati provocati da una combinazione di fattori: crescenti preoccupazioni per l’accresciuto arsenale missilistico dell’Iran, informazioni di intelligence che indicano una ricerca attiva per l’armamento nucleare e l’imminente attivazione di un nuovo impianto sotterraneo di arricchimento che l’intelligence israeliana ha ritenuto invulnerabile agli attacchi aerei convenzionali. “Si può sostenere che questo sia stato il colpo più duro inferto al regime iraniano dal 1979”, ha scritto Axios.

In preparazione all’operazione, le forze israeliane hanno provato l’attacco sotto le mentite spoglie di esercitazioni militari standard e mentre erano in corso i negoziati tra Washington e Teheran sul programma nucleare iraniano.

Iran: Usa complici degli attacchi israeliani

Dietro le quinte, il regime israeliano afferma di aver ricevuto il tacito consenso degli Stati Uniti, nonostante l’opposizione pubblica del presidente Donald Trump. Mentre Trump ha ripetutamente avvertito che qualsiasi azione israeliana avrebbe potuto “far saltare” i negoziati sul nucleare, due funzionari israeliani hanno dichiarato ad Axios che Washington aveva in realtà dato a Tel Aviv il suo consenso privato per l’attacco. “Abbiamo avuto il chiaro via libera degli Stati Uniti”, ha dichiarato uno di loro.

Trump, parlando dopo gli attacchi, ha confermato di essere a conoscenza dell’attacco, ma ha affermato che gli Stati Uniti non hanno avuto alcun ruolo attivo. “Ho dato all’Iran un’opportunità dopo l’altra per raggiungere un accordo”, ha affermato Trump. “Loro hanno scelto lo scontro”.

Durante i negoziati, l’Iran ha insistito sul suo diritto, garantito dal diritto internazionale, di arricchire l’uranio per scopi energetici e di ricerca pacifici. Gli Stati Uniti hanno insistito affinché l’Iran interrompesse l’arricchimento sul proprio territorio, sostenendo che la Repubblica Islamica aspira a dotarsi di un’arma nucleare.

L’amministrazione statunitense, incluso il Segretario di Stato Marco Rubio, ha ufficialmente preso le distanze dall’operazione, definendola “unilaterale”. Tuttavia, permangono dubbi sull’entità del supporto logistico e di intelligence statunitense.

“Il regime sionista ha commesso un crimine nel nostro caro Paese con le sue mani sataniche e insanguinate. Ha rivelato la sua natura malvagia ancora più di prima prendendo di mira le zone residenziali“, ha dichiarato la Guida Suprema iraniana Ali Khamenei dopo l’attacco. “Per grazia di Dio, il potente braccio armato delle Forze Armate della Repubblica Islamica non li lascerà impuniti“, ha avvertito.

di Redazione

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