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Siria: non cadiamo nella trappola di Israele

Siria – Il fatto che l’America si opponga ad alcuni dei nostri nemici non rende l’America nostra amica. Ci sono due categorie: una è “nemico contro amico”, l’altra è “nemico contro nemico”. Nel secondo caso, non ci schieriamo da che parte stare: vogliamo che entrambi siano eliminati. Al-Julani e Israele sono due artigli della stessa bestia, nutriti dalla stessa “cucina ideologica”. Che si combattano o si stringano la mano non importa: entrambi devono essere sradicati.

Questa falsa logica – che “il nemico del mio nemico è mio amico” – non ha portato altro che rovina alla regione. È lo stesso pensiero che ha portato alcuni a tifare per gruppi come Hts, pur sapendo che sono stati creati, addestrati e sostenuti dalle stesse reti di intelligence straniere che sostengono Israele e la macchina da guerra statunitense.

Al-Julani non si oppone al sionismo: ne è uno strumento. Le sue mani sono sporche di sangue siriano e la sua cosiddetta “resistenza” non è altro che un’esibizione teatrale, programmata e messa in scena per servire obiettivi più ampi.

Non dimentichiamolo: non è mai stato preso di mira seriamente da Israele. Invece, sono stati colpiti l’esercito siriano, Hezbollah e le forze sostenute dall’Iran. Questo da solo rivela chi è il vero nemico e chi sono i collaborazionisti.

Chiunque pensi che al-Julani possa diventare uno scudo contro l’aggressione sionista è ingenuo o complice. Ha aperto la strada all’occupazione nel nord della Siria. Il suo silenzio sui bombardamenti israeliani, la sua attenzione alla distruzione settaria interna: tutto questo lo smaschera.

Quando il nemico gioca su entrambi i fronti, l’obiettivo non è la pace o la giustizia, ma il controllo attraverso il caos. E coloro che credono di poter sconfiggere questa bestia spesso finiscono per esserne divorati.

Israele vuole trasformare la Siria in una guerra di identità

Non sosteniamo le fazioni autoritarie o sioniste dei drusi: da tempo fungono da pedine nei giochi regionali di Israele. Ma la nostra preoccupazione riguarda il fatto che la comunità drusa venga presa di mira collettivamente in nome della vendetta. La punizione collettiva basata sulle azioni di pochi è ingiusta e fa direttamente il gioco di coloro che cercano di dividere ulteriormente la Siria.

Siamo al fianco di tutti gli elementi apartitici tra i drusi, coloro che non si sono venduti a progetti sionisti o non hanno agito come rappresentanti di interessi stranieri. Così come respingiamo Hts e la sua leadership criminale, respingiamo altrettanto l’idea di incolpare tutti i sunniti per le azioni di al-Julani e del suo regime terroristico, che agisce apertamente al servizio di Israele.

La nostra linea è chiara: nessun sostegno a nessuna fazione che collabori con i sionisti, a prescindere dalla setta. Ma difendiamo le comunità innocenti, siano esse druse, sunnite, alawite o cristiane, dal diventare capri espiatori nei giochi geopolitici. Israele vuole trasformare la Siria in una guerra di identità. Non dobbiamo cadere in questa trappola.

di Redazione

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