Da quando Hay’at Tahrir al-Sham (Hts) ha rovesciato il governo del presidente Bashar al-Assad, la Siria è stata testimone di un’allarmante ondata di rapimenti di giovani donne appartenenti alla comunità alawita. Le donne sono state rapite da militanti armati affiliati al nuovo governo siriano e costrette a vivere come schiave sessuali nel governatorato di Idlib, tradizionale roccaforte di Hts.
Il rapimento di massa e la riduzione in schiavitù delle donne alawite sono simili alla riduzione in schiavitù di migliaia di donne Izadi da parte di Daesh durante il genocidio del 2014 a Sinjar, in Iraq.
Hiba Ezzedeen, un’attivista siriana di Idlib, ha descritto in un post su Facebook il suo incontro con una donna catturata e portata nel governatorato come schiava sessuale durante il massacro degli alawiti nelle zone costiere il 7 marzo.
In base a quanto raccolto da fonti locali, le accuse puntano a fazioni dell’Esercito Nazionale e ad alcuni combattenti stranieri. Le nuove forze siriane guidate da Hts hanno incorporato gruppi estremisti armati, tra cui fazioni dell’Esercito Nazionale Siriano (Sna) sostenuto dalla Turchia. Molti comandanti dell’Sna ed estremisti stranieri sono stati nominati a posizioni di vertice nel Ministero della Difesa siriano.
Questi mercenari vanno porta a porta nei villaggi e nei quartieri alawiti, giustiziano tutti gli uomini in età militare che trovano, a volte uccidono anche donne, bambini e anziani.
di Redazione
