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Libano sotto ricatto

L’amministrazione Trump, in coordinamento con Qatar e Arabia Saudita, ha di fatto congelato gli aiuti finanziari a Libano e Siria, una mossa legata alle richieste degli Stati Uniti al Libano di disarmare Hezbollah e procedere verso la normalizzazione dei rapporti con Israele.

Secondo il giornalista Firas Al-Shoufi (Al-Akhbar), il congelamento degli aiuti è finalizzato a esercitare la massima pressione in vista delle elezioni libanesi del 2026, prendendo di mira politicamente le fazioni pro-Resistenza. Gli Stati del Golfo si stanno adeguando pienamente: il Qatar ha sospeso gli aiuti militari all’esercito libanese dopo due anni di finanziamenti, e l’Arabia Saudita ha ritirato un sostegno più ampio.

Shoufi sostiene che questa strategia sia in linea con l’agenda regionale americana, che include il contrasto all’influenza cinese e russa attraverso la pressione sugli alleati dell’Iran.

Intanto, l’inviato statunitense Morgan Ortagus delinea pubblicamente le condizioni di Washington, mentre lo Stato libanese rimane fermo: nessun negoziato senza il ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale, che hanno già violato il cessate il fuoco oltre 2mila volte.

di Redazione

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