Siria è sul punto di diventare uno Stato fallito
Siria – Nonostante le ripetute dichiarazioni del leader di Hayat Tahrir al-Sham, Abu Muhammad al-Jolani, sulla sua intenzione di costruire uno “Stato”, crescono i dubbi sulla sua capacità di portare a termine questo ambizioso obiettivo. Secondo un rapporto della rete TMS, si prevede che Al-Jolani reprimerà ogni tentativo di concorrenza da parte di altre fazioni dell’opposizione, il che potrebbe portare ad ulteriori conflitti all’interno del campo. La situazione instabile in Siria potrebbe spingere Israele a rafforzare la sua presenza militare sulle alture di Golan.
Dopo la caduta del regime, Abu Muhammad al-Jolani ha annunciato la sua intenzione di unificare la Siria, ma gli sviluppi sul campo sollevano interrogativi sulla sua capacità di raggiungere questo obiettivo. Nonostante l’appello alla cooperazione tra le fazioni siriane, dell’inviato dell’Onu in Siria, Geir Pedersenle, differenze ideologiche tra Hayat Tahrir al-Sham e altri gruppi di opposizione rimangono un grosso ostacolo. La nomina di Mohammed Bashir a primo ministro ad interim nell’opposizione ha suscitato ulteriori polemiche, con alcune fazioni che sostengono che la decisione è stata accettata unilateralmente. Questa azione evidenzia la profondità delle divisioni all’interno della cosiddetta opposizione.
Siria deve affrontare complesse sfide regionali
Al di là delle lotte interne, la Siria deve affrontare complesse sfide regionali. Nel sud, i gruppi tribali armati continuano a resistere all’autorità centrale, mentre a est i resti dell’Isis rimangono attivi e rappresentano una minaccia costante. Nel nord-est, le forze curde appoggiate dagli Stati Uniti detengono ampie aree di territorio e continuano a scontrarsi con le fazioni appoggiate dalla Turchia.
Se le nuove autorità riusciranno a superare le divisioni e a raggiungere un consenso, la Siria potrebbe essere in grado di ritornare alla stabilità politica. Questa situazione gli permetterà di migliorare le sue relazioni con l’Occidente, attrarre investimenti e risanare l’economia. D’altro canto, se le divisioni continuassero, la Siria potrebbe dividersi in regioni autonome. Una situazione del genere peggiorerà la crisi economica e umanitaria e spingerà gli attori regionali, come Israele, a rafforzare la loro presenza militare.
Il futuro della Siria dipende dalla sua capacità di consolidare l’unità politica e di affrontare le sfide interne ed esterne. Solo attraverso il consenso interno e una diplomazia equilibrata sarà possibile stabilizzarsi e ritornare nella comunità internazionale. In caso contrario, si potrebbe provocare una crisi prolungata, con gravi conseguenze per l’intera regione.
di Redazione