Monte Hermon e ambizioni israeliane
Le ambizioni israeliane nella regione sono antiche. In una revisione storica dell’anno 1919, l’“Organizzazione Sionista” presentò un memorandum alla conferenza di pace in cui affermava che “il Monte Hermon è il vero padre dell’acqua per la Palestina”.
Perché Israele vuole il Monte Hermon?
L’8 dicembre 2024, con l’ingresso dell’opposizione armata nella capitale siriana, Damasco, l’occupazione israeliana ha occupato il Monte Hermon e diversi siti nel Golan siriano, in coincidenza con l’annuncio del primo ministro del governo di occupazione, Benjamin Netanyahu, di porre fine all’accordo di “disimpegno” firmato con la Siria nel 1974, il sequestro della zona cuscinetto, la cui superficie è stimata in (235 chilometri quadrati).
Il Monte Hermon rappresenta un importante punto strategico, grazie alla sua posizione che domina quattro Paesi (Siria, Libano, Giordania e Palestina occupata). È la montagna più alta della Siria, quindi fornisce un luogo di osservazione per tutte le parti della regione. Israele non è stato in grado di rivelare cosa si nasconde dietro alcuni siti in Libano, quindi è considerato un punto cieco per il nemico e, al contrario, è un elemento di forza per ogni drone che vuole violare lo spazio aereo dei territori occupati.
Monte Hermon i confini della Terra Promessa
Le ambizioni di Israele si basano anche su ragioni religiose, insediative ed economiche. Con l’ingresso delle forze nemiche nella zona cuscinetto, approfittando del vuoto siriano, i media hanno ripreso a parlare dell’importanza strategica di questa montagna, oltre che della sua importanza religiosa per gli ebrei. Ha parlato anche dell’obiettivo economico che costituisce la base fondamentale del progetto di insediamento ed espansione, che è “l’acqua”.
Dopo che Israele ha annunciato la sua presenza nell’area del Monte Hermon, un certo numero di coloni ha scalato la montagna ed eseguito rituali talmudici. Per loro la montagna ha un’importanza religiosa e, secondo la loro convinzione, fa parte del confine settentrionale della “Terra Promessa”.
Il santuario innevato e i sogni del futuro
La montagna è considerata la più grande risorsa geografica della regione. Riceve una grande quantità di precipitazioni in una zona molto secca del mondo. Le sorgenti e i fiumi ai piedi della montagna che formano il fiume Giordano sono alimentati da acqua dolce e sono caratterizzati da una variegata copertura vegetale. Questo valore ambientale e idrico ne fa il bersaglio delle ambizioni degli ebrei che cercano espansione e insediamento.
“Lo Snowy Sanctuary è un sogno rinnovato”, ha scritto Maariv in grassetto, citando Rafael Neff, direttore esecutivo del sito web Hermon, che questo non è solo un importante passo avanti in termini di sicurezza, ma è anche un passo che accresce la speranza di espansione, che aprirà nuove possibilità: espandere i confini del sito, sviluppare le infrastrutture. Forse, in un futuro non troppo lontano, il Monte Hermon sarà trasformato in un simbolo di quella che ha definito “cooperazione regionale”. Rafael Neff ritiene che i recenti avvenimenti nel nord (la guerra alla frontiera libanese) abbiano lasciato in loro un senso di incertezza. Ma la situazione è cambiata con l’ingresso di Israele nel Monte Hermon, ha aggiunto.
Come ha influito la Resistenza sull’economia montana?
Un articolo pubblicato da The Times of Israel nel 2023, spiega l’importanza della regione per Israele. Il giornale riporta che Israele ha lavorato nella parte che si sovrappone ai territori palestinesi su una serie di progetti, ritenendo che potessero essere di beneficio economico, creando una stazione sciistica, costruendo resort turistici e alberghi, costruendo laghi nella zona montuosa di confine, altri hotel, ristoranti, negozi di articoli sportivi, venditori ambulanti e altre attività commerciali nella zona.
Secondo il giornale, il Monte Hermon è l’unico posto in Israele dove la neve cade regolarmente, facendo giungere nell’inverno 2022-2023 400mila visitatori. Alla luce della guerra sul fronte settentrionale con Hezbollah, il numero è sceso a zero, colpendo l’economia e le strutture della montagna. Israele traeva vantaggio dalle operazioni di contrabbando che passavano davanti ai suoi punti senza alcuna obiezione, con l’obiettivo di minare l’economia dei Paesi vicini.
Una storica guerra della sete
Il sito web “Palestine Chronicle” ha pubblicato un articolo dal titolo: “L’obiettivo di Israele è sempre stato quello di ridurre le forniture d’acqua ai palestinesi finché non saranno inevitabilmente costretti ad andarsene”. Nell’articolo, lo scrittore Muhammad Reda Behnam parla delle ambizioni del nemico di controllare le risorse idriche della regione.
Ha rivelato che “Israele si rende conto che il sogno coloniale della Palestina non sarà sostenibile a meno che non sia in grado di assicurarsi il dominio sulle acque che scorrono sopra e sotto la terra”. L’articolo richiama l’attenzione su quanto ha scritto nelle sue memorie il generale israeliano ed ex primo ministro (2001-2006), Ariel Sharon, secondo cui la guerra del 1967 scoppiò in risposta al piano della Siria di modificare il corso delle sorgenti del fiume Giordano.
L’articolo continua: “La vittoria militare ottenuta da Israele nel giugno 1967 fu un motivo per porre gran parte del bacino del Monte Hermon, della Cisgiordania e della Striscia di Gaza interamente sotto il controllo israeliano”. Successivamente l’entità occupante ha dichiarato che le risorse idriche delle terre da essa occupate erano di proprietà dello Stato, che le ha poste sotto piena autorità militare. Israele aspira e insiste anche per impadronirsi delle acque del Libano meridionale: il fiume Litani e le fattorie Shebaa. Questo è il motivo per cui Israele ha invaso il Libano nel 1978 (Operazione Litani) e di nuovo nel 1982. Avrebbe voluto farlo nel 2024, ma ha incontrato la Resistenza.
Pulizia etnica israeliana
Nel corso dei decenni di occupazione, Israele ha intrapreso continue guerre contro i palestinesi per costringerli ad andarsene, consentendo loro così di espandersi e stabilirsi. In tutte le sue guerre, il nemico ha preso di mira pozzi, acqua e impianti di desalinizzazione. La bevanda dei palestinesi era “acqua contaminata” dai rifiuti degli insediamenti e delle loro fabbriche industriali.
L’ingresso dell’occupazione nella regione del Monte Hermon è solo una parte del progetto coloniale, che costituisce una minaccia alla sovranità e all’esistenza dei popoli arabi nella regione. I popoli della regione si avviano verso un’era dura e oscura se la Siria cade nelle mani dell’America e di Israele, secondo quanto ha confermato il martire Sayyed Hassan Nasrallah nel suo discorso del 25 maggio 2013).
di Redazione