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Iran, chi è la ragazza che camminava mezza nuda?

Iran – Un recente “spogliarello” in un’università iraniana ha catturato l’attenzione delle persone sui social media. Una giovane donna, Ahou Daryaei, è stata vista camminare per il campus in mutande, visibilmente angosciata. Nel giro di poche ore, le immagini e i video si sono diffusi online, scatenando un’ondata di reazioni che rapidamente si sono trasformati in manipolazione politica.

Al centro di questo “incidente” c’è una storia profondamente personale. La donna, madre di due figli e recentemente divorziata, lotta con un notevole disagio emotivo. Il suo ex marito, devastato e preoccupato, ha implorato i media e gli utenti dei social media di rispettare la sua privacy, temendo l’impatto dell’esposizione pubblica sulla sua già fragile salute mentale. Tuttavia, le sue suppliche sono state ignorate, poiché alcuni individui hanno condiviso il filmato e i “gruppi di opposizione” hanno rapidamente riformulato la storia, etichettandola come un simbolo di “sfida contro il governo iraniano”.

Nelle mani dei “gruppi di opposizione”, la condizione vulnerabile della donna è stata distorta in una potente narrazione, presentandola come un'”eroina della libertà” in un presunto atto di protesta. Questa manipolazione è stata sia insensibile che disonesta. Invece di rispettare la sua dignità e la sua precaria salute mentale, questi gruppi hanno visto un’opportunità per alimentare il loro programma antigovernativo. Il risultato è stato un ritratto che ha poca somiglianza con le circostanze reali, servendo invece come strumento per amplificare le tensioni politiche.

Ingerenze occidentali in Iran

Questo recente “incidente” riecheggia un modello già visto nei disordini del passato in Iran, in particolare dopo la morte di una giovane donna iraniana Mahsa Amini nel settembre 2022. La sua morte, causata da gravi problemi di salute, è rapidamente diventata un grido di battaglia per le proteste alimentate dalle narrazioni dell’opposizione. Le agenzie di intelligence straniere hanno avuto un ruolo nell’esacerbare i disordini, portando a una prolungata instabilità, fluttuazioni economiche e significative perdite di vite umane. 

Il governo iraniano è stato sottoposto a sanzioni da parte dei Paesi occidentali con il solito pretesto dei diritti umani, nonostante il coinvolgimento di questi Paesi nel genocidio in corso nella Striscia di Gaza e in Libano.

Questo triste episodio che ha coinvolto la donna all’università è un duro promemoria dei pericoli della disinformazione e dell’opportunismo politico. Questa tattica di sfruttare le tragedie personali per ottenere un guadagno politico è diventata una caratteristica preoccupante del panorama politico globale. Presentando la sofferenza della donna come un atto politico, le fazioni dell’opposizione hanno cercato di trarre in inganno l’opinione pubblica, oscurando i veri problemi che affliggono la nazione. 

Manipolazione come forma di guerra cognitiva

Nel suo libro “Mirage of Shadows”, Mehdi Mohammadi, esperto di intelligence, introduce questa tendenza alla manipolazione come una forma di guerra cognitiva, ovvero una strategia sofisticata che cerca di sfruttare le vulnerabilità umane, distorcere le percezioni ed erodere la fiducia del pubblico nelle istituzioni consolidate. Secondo Mohammadi, i gruppi di opposizione hanno utilizzato questa narrazione durante le rivolte del 2022 per infiammare le emozioni, aumentare la polarizzazione e, in definitiva, indebolire la fiducia degli iraniani nel governo, cosa che è stata fatta di nuovo nel caso recente.

Con i social media come campo di battaglia primario, l’influenza della guerra cognitiva in Iran è significativa. Piattaforme social come Instagram e X, controllate da entità occidentali, sono strumenti potenti per dare forma a narrazioni e opinione pubblica. La maggior parte degli iraniani è attiva su queste piattaforme, rendendo più facile per gli “oppositori” al soldo degli occidentali, sfruttare eventi sensazionali e seminare divisione.

Il governo iraniano affronta una sfida persistente da parte delle “opposizioni” disposte a distorcere la realtà per servire i propri obiettivi. Questa manipolazione in corso non solo danneggia individui come la donna al centro di questo dramma, ma minaccia anche il percorso della nazione verso l’unità e il progresso. Affinché l’Iran possa progredire, il rispetto per la verità, la privacy e la dignità umana deve diventare il fondamento del discorso politico nei mass media che pubblicizzano tali idee.

di Redazione

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