Beit Lahiya in macerie, ma Israele intensifica gli attacchi
Il comune di Beit Lahiya, nel nord di Gaza, ha dichiarato l’area zona disastrata a causa dei continui bombardamenti israeliani e dell’assedio militare. La situazione, descritta dai funzionari delle Nazioni Unite come “catastrofica”, ha causato centinaia di morti e ha aggravato la crisi umanitaria nella Striscia.
Settimane di attacchi aerei israeliani hanno avuto un impatto pesante su Beit Lahiya, dove sono stati uccisi centinaia di civili palestinesi.
Raed al-Nems, portavoce della Mezzaluna Rossa palestinese a Gaza, ha affermato che la situazione nella parte settentrionale dell’enclave è “catastrofica”, poiché le ambulanze non riescono ad arrivare ai feriti.
“La priorità è fermare l’aggressione nel nord di Gaza e consentire alle squadre di ambulanze di entrare”, ha dichiarato al-Nems. Ha aggiunto che il bilancio delle vittime sta aumentando poiché gli sforzi di soccorso sono ostacolati dall’accesso limitato ai feriti.
Dall’inizio di ottobre, l’esercito israeliano ha mantenuto un assedio nella parte settentrionale di Gaza, tagliando fuori gli aiuti essenziali. Al-Nems ha anche riferito che i soldati hanno deliberatamente incendiato i centri per i rifugiati, peggiorando ulteriormente la crisi umanitaria.
Oxfam ha dichiarato di non essere stata in grado di consegnare aiuti a Gaza settentrionale a causa dei continui bombardamenti. L’organizzazione ha accusato Israele di usare la fame come arma nella sua offensiva.
Il Ministero della Salute di Gaza ha riferito che gli attacchi israeliani su Jabalia, Beit Hanoon e Beit Lahiya hanno ucciso oltre 800 persone dall’inizio dell’assedio. Tra il 24 e il 29 ottobre, le Nazioni Unite hanno documentato sette massacri nella zona.
di Redazione