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Smotrich: “Stato ebraico si estenderà da Gerusalemme a Damasco”

Giorni fa, il ministro israeliano Bezalel Smotrich ha descritto dettagliatamente il suo desiderio di conquistare non solo tutto il territorio palestinese fino al fiume Giordano, ma anche la capitale siriana Damasco e territori che si estendono fino all’Iraq e all’Arabia Saudita.

Smotrich, ministro delle Finanze del regime israeliano e capo del partito Religious Zionism, ha rilasciato queste dichiarazioni in un documentario di recente uscita intitolato Israel: Extremists in Power. Il documentario è stato prodotto da Arte Reportage, una rivista di informazione radiotelevisiva franco-tedesca. Quando gli viene chiesto quale sia il suo obiettivo, Smotrich risponde all’intervistatore: “Voglio uno Stato ebraico governato secondo i valori del popolo ebraico”.

Israele attualmente controlla il territorio che va dal Mar Mediterraneo al fiume Giordano, compresi i territori palestinesi in Cisgiordania, sotto occupazione militare israeliana dal 1967. Da allora Israele ha continuato a costruire insediamenti illegali su terreni palestinesi rubati in Cisgiordania.

Smotrich e la follia criminale sionista

L’intervistatore chiede a Smotrich se, secondo lui, i confini dello Stato ebraico dovessero estendersi oltre il fiume Giordano. Smotrich risponde dicendo: “Assolutamente, ma lentamente… I nostri grandi anziani religiosi erano soliti dire che il futuro di Gerusalemme si sarebbe dovuto estendere fino a Damasco”.

Il narratore del documentario ha poi aggiunto: “Bezalel Smotrich ha una visione massimalista della terra promessa. E comprende tutte le terre palestinesi, ma anche i territori in Giordania, Siria, Libano, Iraq ed Egitto. Perfino in Arabia Saudita. Una visione radicale, certo, ma accettata nel dibattito pubblico in Israele”.

Fin dall’inizio del genocidio di Gaza nell’ottobre 2023, molti soldati, personalità dei media e politici israeliani hanno chiarito che stanno combattendo per conquistare l’enclave allo scopo di costruirvi insediamenti ebraici.

Affermano che Gaza deve essere distrutta e che i 2,3 milioni di abitanti palestinesi della Striscia devono essere espulsi con la forza, via terra in Egitto o via mare in Europa, per consentire l’insediamento degli ebrei. È in corso la pulizia etnica dei palestinesi nel nord di Gaza, secondo il cosiddetto “piano generale”.

“Terra Promessa…”

Molti israeliani non vedono l’ora di conquistare il Libano meridionale e di costruirvi insediamenti ebraici. Il 25 settembre, il Movement for Settlement in Southern Lebanon ha pubblicato una mappa con “i nuovi nomi ebraici per gli insediamenti del Libano meridionale”, basati sui nomi attuali delle città e dei villaggi libanesi.

Jewish Currents riferisce che, nella visione del mondo del movimento, “l’insediamento israeliano nel Libano meridionale inizierà con una guerra con Hezbollah, che non considerano l’ultima risorsa in assenza di una soluzione diplomatica, ma l’unica via ragionevole da seguire”.

L’analista politico, James Dorsey, nota che il movimento rivendica una giustificazione biblica per la conquista del Libano nel libro del Deuteronomio capitolo 3, versetto 25. Mentre Mosè supplica Dio di permettergli di entrare nella Terra Promessa, chiede: “Lasciami andare a vedere la bella terra oltre il Giordano, quella bella regione montuosa e il Libano”.

di Redazione

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