Gaza, salute mentale dei bambini è compromessa
Nel silenzio assordate dell’Occidente, da dieci mesi nella Striscia di Gaza si sta compiendo uno dei più grandi e atroci massacri a discapito di una popolazione inerme, sempre più vessata dal regime sionista.
Prima che iniziasse il massacro, il 7 ottobre 2023, erano 543mila i bambini della Striscia che necessitavano di assistenza psicologica.
Trauma collettivo
“Un trauma collettivo, continuo e intergenerazionale”, a dirlo è Valeria Colasanti, psicologa, affermazione suffragata dal rapporto “Gaza Comunity Mental Healt Program”, dove si afferma che con il proseguo del conflitto ogni bambino di Gaza avrà bisogno di assistenza psicologica.
Sottoposti a continui bombardamenti, ad insicurezza alimentare, a continui spostamenti, tutte cose che contribuiscono a peggiorare la salute mentale degli abitanti della Striscia di Gaza. “Sono i bambini a vivere uno stato di tragedia infinita. Vulnerabili e incapaci di proteggersi dagli attacchi dell’Idf”.
Ci sono anche le testimonianze dirette, come quella di Amal, madre di quattro bambini: “La salute mentale dei miei figli è completamente deteriorata”, dichiara a Save the Children, “urlano, piangono, non riescono a concentrarsi e mia figlia che amava disegnare, adesso, disegna solo soldati, sangue e guerra”.
“Sarebbe importante partecipare alla vita di comunità”, afferma la Dottoressa Valeria Colasanti, ”ma ciò non è possibile perché a Gaza le scuole, le università, i quartieri sono stati distrutti. È un attacco mirato alla salute mentale collettiva che comporta la distruzione psicologica completa”.
Gaza prima della crisi umanitaria
Già nel 2011 i professori di psichiatria infantile, Thabet e Vostanis, affermarono che il 40,6% dei bambini gazawi tra i 7 e i 12 anni accusavano la sindrome post traumatica da stress a seguito della prima intifada (1987-1993), in cui soldati a coloni uccisero oltre mille palestinesi.
La Ptsd è la patologia più comune rivelata nei bambini in seguito ai bombardamenti e gli assalti su Gaza, il sistema, detto anche “Asse della paura”, risponde allo stress e agli stimoli paurosi in modo costantemente iperattivo divenendo non più funzionale ma patologico, incidendo sul sonno e sulla memoria. Tutto questo comporta ulteriori problemi come l’arresto evolutivo e i problemi di attaccamento che derivano dall’impossibilità dei genitori di aiutare i figli in quanto anche loro vittime dello stesso trauma.
di Sebastiano Lo Monaco