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Regime saudita giustizia giovane sciita sulla base di accuse inventate

Il regime saudita ha eseguito la condanna a morte contro il giovane sciita, Hassan Ahmed Al-Nasser, della provincia orientale del regno.

Al-Nasser è stato accusato di “finanziamento del terrorismo e di avere legami con membri terroristi”, accuse che fonti per i diritti umani hanno etichettato come fabbricate e utilizzate dal Ministero degli Interni saudita, per giustificare l’esecuzione di prigionieri di coscienza.

Questa esecuzione fa parte di una serie di misure del regime saudita contro attivisti e dissidenti, con rapporti sui diritti umani che confermano che il processo di Al-Nasser non ha aderito agli standard internazionali di processi equi.

Nonostante l’esecuzione, le autorità saudite hanno trattenuto il corpo di Al-Nasser e non hanno informato la sua famiglia del luogo di sepoltura, impedendo loro di celebrare cerimonie funebri.

La famiglia del martire ha considerato questo atto una palese violazione dei principi religiosi, legali e morali che garantiscono il diritto delle famiglie a conoscere la sorte dei propri cari e a compiere le necessarie procedure religiose dopo la loro morte. Silenzio in Occidente.

di Redazione

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