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Hamas, le ragioni dell’operazione Al-Aqsa Storm

Il movimento della Resistenza Islamica palestinese Hamas ha svelato in un documento le molteplici ragioni dell’operazione Al-Aqsa Storm, facendo un tuffo nel secolo di Resistenza contro gli occupanti sionisti. Il rapporto dettagliato fornisce approfondimenti sul contesto storico che ha alimentato la determinazione del popolo palestinese, culminato nell’importante operazione del 7 ottobre 2023.

Nel suo rapporto analitico intitolato “Questa è la nostra narrazione… Perché la tempesta di Al-Aqsa”, Hamas ha elencato le ragioni giuste e legittime che hanno portato il popolo palestinese e la sua Resistenza all’operazione Al-Aqsa Storm dopo decenni di occupazione, crimini, violazioni e abusi israeliani.

In questo rapporto, Hamas spiega che gli eventi del 7 ottobre 2023 dovrebbero essere discussi in un quadro più ampio poiché servono a ricordare esempi di lotte per la libertà nel mondo e nella storia contemporanea.

La lotta contro gli occupanti ha una storia di oltre un secolo. In questo rapporto Hamas, riferendosi alla storia dell’occupazione della Palestina, afferma che la lotta del popolo palestinese contro gli occupanti non è iniziata il 7 ottobre. Questa operazione è iniziata 105 anni fa, quando il popolo palestinese ha sopportato 30 anni di Colonizzazione britannica e 75 anni di occupazione israeliana. Gaza, in particolare, è sotto un blocco soffocante da oltre 17 anni, trasformandola nella più grande prigione a cielo aperto del mondo, sperimentando cinque guerre devastanti iniziate da Israele.

Hamas: il popolo palestinese non può fare affidamento sulle Nazioni Unite

Hamas ha sottolineato che dal 2000 al settembre 2023, il regime occupante ha causato la morte di 11.299 palestinesi e il ferimento di altri 156.768, la maggior parte dei quali non combattenti. Il movimento di Hamas si è chiesto se il popolo palestinese debba continuare ad aspettare e fare affidamento sulle Nazioni Unite e sulle sue istituzioni inefficaci.

Per quanto riguarda gli obiettivi della Resistenza nell’operazione del 7 ottobre, Hamas ha sottolineato che l’operazione Al-Aqsa Storm ha preso di mira i centri militari israeliani, con l’obiettivo di catturare soldati israeliani ai fini dello scambio e della libertà dei prigionieri palestinesi. Hamas ha sottolineato che l’operazione si è concentrata su obiettivi militari a Gaza, in particolare unità militari e basi israeliane che circondano Gaza, evitando di prendere di mira i non combattenti, in particolare donne, bambini e anziani.

Hamas ha affermato che la sua Resistenza si basa su genuini principi islamici e che la sua ala militare prende di mira solo gli occupanti e coloro che imbracciano le armi contro il loro popolo. Per quanto riguarda i non combattenti catturati a Gaza, Hamas ha affermato di averli trattati umanamente fin dal primo giorno e di aver chiesto il loro immediato rilascio.

Hamas ha sottolineato che le affermazioni degli occupanti di aver preso di mira i civili israeliani nell’attacco del 7 ottobre sono pure bugie. Il movimento ha chiarito che le forze israeliane hanno deliberatamente promosso falsità, come l’affermazione secondo cui le Brigate Al-Qassam avrebbero decapitato 40 bambini israeliani, cosa che fonti israeliane hanno categoricamente negato. Inoltre, le accuse secondo cui le forze della Resistenza avrebbero aggredito le donne israeliane si sono rivelate false e Hamas ha negato con veemenza tali accuse.

“Fuoco amico”

Riguardo a Gaza, Hamas ha sottolineato che alcuni israeliani sono stati uccisi dal fuoco dell’artiglieria del proprio esercito, rivelando l’indifferenza degli occupanti verso la vita dei prigionieri e la loro disponibilità a sacrificarli. Hamas ha concluso che indagini trasparenti ed eque avrebbero senza dubbio sostenuto la sua narrazione e avrebbero smascherato le bugie e le false affermazioni degli occupanti.

Il popolo palestinese determinerà il proprio destino. Oltre a quanto menzionato, Hamas ha esortato i Paesi e le maggiori potenze, tra cui Stati Uniti, Germania, Canada e Regno Unito, a dichiarare il proprio sostegno alle indagini sui crimini commessi in Palestina. Hamas ha inoltre chiesto alla Corte Penale Internazionale di affrontare tempestivamente i crimini e le violazioni commesse nella Palestina occupata.

Hamas ha sottolineato in questo rapporto che i popoli della regione e del mondo si sono resi conto dell’inganno e della disinformazione diffusa dai governi che sostengono questa aggressione. Questi governi cercano scuse per giustificare i loro pregiudizi nei confronti degli occupanti, mentre non vogliono riconoscere che la causa principale dei problemi risiede nell’occupazione, nell’usurpazione dei diritti dei palestinesi e nella negazione del loro diritto a vivere liberamente.

Hamas si appella ai Paesi liberi

Nel rapporto, Hamas chiede una punizione legale e giudiziaria per il regime occupante di Israele a causa della sua continua occupazione, delle vittime che ne derivano, delle sofferenze e dei danni causati dall’occupazione, e chiede il sostegno alla Resistenza contro gli occupanti con tutti i mezzi disponibili come azione legittima e legale.

Rivolgendosi ai Paesi liberi di tutto il mondo, Hamas li ha esortati ad assumere una posizione seria contro i doppi standard delle potenze che sostengono l’occupazione. Il movimento ha sottolineato che le maggiori potenze dovrebbero astenersi dal fornire copertura al regime sionista.

Hamas ha anche chiesto la cessazione immediata delle aggressioni israeliane a Gaza, la fine dei crimini e del genocidio commessi dagli occupanti, la revoca del blocco e seri sforzi per costringere gli occupanti a ritirarsi dalla Striscia di Gaza.

Il rapporto sottolinea l’opposizione agli sforzi volti a costringere i palestinesi a entrare, a prevenire qualsiasi nuova catastrofe e a resistere a qualsiasi tentativo di trasferire i palestinesi nel deserto del Sinai, in Giordania o in qualsiasi altro luogo.

Popolo palestinese ha il potere e la competenza per decidere il proprio futuro

Questo rapporto dettagliato e analitico si oppone fermamente a qualsiasi piano o progetto internazionale e israeliano che miri a determinare il futuro della Striscia di Gaza in conformità con gli standard degli occupanti o a istituzionalizzare l’occupazione in qualsiasi forma. Ha sottolineato che il popolo palestinese ha il potere e la competenza necessari per decidere il proprio futuro e modellare i propri affari interni, rifiutando qualsiasi tentativo di imporgli autorità.

Hamas ha sottolineato di essere un movimento di liberazione nazionale con obiettivi legittimi, affermando la sua legittimità nella Resistenza all’occupazione e il diritto del popolo palestinese a difendersi con ogni mezzo, inclusa la Resistenza armata, riconosciuto in varie religioni, credenze e leggi internazionali.

L’operazione Al-Aqsa Storm è descritta da Hamas come un passo necessario e una risposta naturale alle cospirazioni e ai piani volti a cancellare la Palestina, a contrastare i piani di Israele nei territori palestinesi, ai tentativi di giudaizzarla e determinarne il destino, e di governare la moschea di Al-Aqsa.

Il rapporto evidenzia che l’operazione Al-Aqsa Storm mira a porre fine all’ingiusto blocco della Striscia di Gaza, fungendo da passo naturale verso il raggiungimento dell’indipendenza e della libertà, simile ad altre nazioni libere in tutto il mondo. Inoltre, mira a determinare il destino di uno Stato palestinese indipendente con capitale Gerusalemme, cosa ritenuta essenziale. L’operazione è stata un passo naturale nel quadro della liberazione dall’occupazione del regime israeliano, eliminando praticamente la possibilità di creare uno Stato palestinese indipendente attraverso estesi insediamenti e la giudaizzazione della regione costiera occidentale.

di Redazione

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