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A proposito di un “istituto di ricerca” e dei suoi sondaggi sull’Iran

IslamShia – Gli articoli e le notizie pieni di distorsioni e vere e proprie menzogne che i media italiani pubblicano sull’Iran dal 1979 sono all’ordine del giorno. Sarebbe un lavoro estenuante e forse perfino inutile confutarli uno ad uno. In occasione dell’anniversario della morte di Mahsa Amini poi, sulla Repubblica Islamica vi è stata una tale concentrazione di ignoranza, superficialità, falsità e disonestà palesatasi praticamente su ogni quotidiano, canale televisivo e sito Internet ‘influente’.

Qui vogliamo trattare di uno di questi articoli in particolare, semplicemente perché, citando un ‘rilevamento’ effettuato da “un istituto di ricerca basato in Olanda”, tenta di dare alle sue fandonie perfino una base scientifica. L’indecente articolo apparso su Il Giornale del 15 settembre scorso a firma di Gian Micalessin, col titolo “Mahsa uccisa un anno fa. Gli iraniani senza fede ma il regime è più forte dei sogni di democrazia”, oltre a continuare a ripetere la menzogna dell’“omicidio” di Mahsa Amini – “ammazzata di botte” in “un assassinio tanto brutale quanto inutile” – a cianciare dell’uccisione di “500 civili, tra cui 71 minorenni ammazzati come cani” e scrivere in malafede di “sette dissidenti mandati alla forca”, riporta i risultati di questo ‘rilevamento’ pubblicati da un “istituto” chiamato Gamaan: “solo il 15 per cento della popolazione crede ancora nella Repubblica Islamica fondata dall’ayatollah Ruhollah Khomeini. L’81% si dice deciso ad abolirla mentre un 4 per cento resta incerto e dubbioso. Fra quell’81% di potenziali oppositori il 28% sogna una repubblica presidenziale, il 12% la preferirebbe parlamentare e il 25 % invoca un ritorno allo monarchia dello Scià mitigata da riforme costituzionali”.

È bene specificare comunque che in Italia Micalessin e Il Giornale non sono i soli ad aver dato credito ai risultati dei ‘sondaggi’ presentati dal “Group for Analyzing and Measuring Attitudes in Iran” denominato Gamaan: negli ultimi anni troviamo infatti numerosi quotidiani e perfino centri di ricerca italiani ad averlo presentato come una fonte attendibile e scientifica su cui basare le proprie analisi ed opinioni.

Sulla metodologia utilizzata dall’“istituto di ricerca” Gamaan

Prima di approfondire chi ha fondato e dirige questo “istituto di ricerca” e chi lo finanzia, non sarà fuori luogo dare uno sguardo alla metodologia utilizzata nei loro sondaggi. Gamaan scrive: “Il sondaggio online ha raggiunto intervistati in Iran e in tutto il mondo. È stato diffuso utilizzando il metodo di campionamento a palla di neve (chain-referral sampling), attraverso una piattaforma VPN ampiamente utilizzata in Iran (Psiphon), canali televisivi satellitari (Iran International e Voice of America Persian) e diverse pagine e canali sui social media (Telegram, Instagram, WhatsApp e Twitter)”.[1]

Al ‘sondaggio’ di Gamaan citato da Micalessin, che riguarda l’atteggiamento verso le proteste nazionali del 2022 e pubblicato nel febbraio 2023, avrebbero partecipato circa 200.000 persone, più di 157.000 delle quali residenti in Iran. Che un istituto con sede nei Paesi Bassi possa consultare così tanti partecipanti all’interno dell’Iran è il primo problema che ha sollevato dubbi sull’accuratezza dei suoi dati.

Molti esperti hanno poi criticato il metodo stesso di ricerca descritto da Gamaan, noto come “campionamento a palla di neve”, chiamato così perché le persone che partecipano all’indagine vengono selezionate e presentate dai membri primari, e così il campione diventa sempre più grande come una palla di neve in continuo movimento. Questo metodo è unanimemente considerato non probabilistico e come uno dei più inefficienti e controversi nella raccolta di statistiche generali: i soggetti da inserire nei campioni vengono infatti presentati dai soggetti stessi già intervistati che indicano quali soggetti possono essere campionatiQuesto campionamento è particolarmente utile nello studio delle popolazioni clandestine, ossia i gruppi i cui membri per diversi motivi tendono ad occultare la loro identità (come tossicodipendenti, criminali, omosessuali, autori di abusi su bambini, lavoratori in nero, immigrati irregolari, ecc.). Ma per delle ricerche generali su una popolazione o su scala nazionale rischia invece di imboccare in percorsi molto selettivi e non inclusivi, fornendo un vantaggio ingiusto a determinati membri di una popolazione.

Anche l’utilizzo di pagine e canali sui social media come quelli citati, per condurre ricerche e sondaggi, è oggetto di forti critiche tra gli esperti nel campo e non viene utilizzato da nessun serio e vero istituto di ricerca. Gamaan inoltre prende in considerazione solo gli utenti che utilizzano un particolare tipo di VPN, Pshiphon, a fronte di una miriade di altri utilizzati dagli utenti iraniani. Quanto invece ai canali satellitari citati – Iran International e Voice of America (VOA) – si tratta di due canali particolarmente noti e attivi nel campo dell’opposizione alla Repubblica Islamica. Risulta quindi chiaro che anche la quasi totalità dei loro telespettatori possiedano posizioni politiche affini. Non solo: se Voice of America (VOA) è il canale ufficiale del governo USA, che da circa 45 anni non intrattiene rapporti particolarmente ‘calorosi’ con l’Iran, l’emittente con sede a Londra e Washington denominata Iran International, secondo un giornalista veterano israeliano come Barak Ravid, “viene utilizzata dal Mossad piuttosto regolarmente per la sua guerra dell’informazione”.[2]

I sondaggi di Gamaan riguardano esclusivamente l’Iran, e negli ultimi anni questo “istituto di ricerca” ne ha organizzati molteplici. Praticamente tutti, per i temi trattati e soprattutto per i risultati a dir poco stravaganti annunciati, hanno attirato l’attenzione e le critiche di analisti, studiosi e del pubblico iraniano in generale. La metodologia utilizzata da Gamaan nei suoi ‘sondaggi’ è talmente ridicola e approssimativa da aver portato perfino un sociologo ultrariformista iraniano particolarmente critico verso la Repubblica Islamica e più volte arrestato nel suo Paese, Mohammad Reza Jalaeipour, a scrivere un articolo critico in cui la definisce “frode scientifica”.[3]

Su tutti i ‘sondaggi’ realizzati dell’istituto citato da Il Giornale, sono comunque cinque quelli risultati più inattendibili in base ai risultati pubblicati: quello che riguardava l’atteggiamento degli iraniani “verso la religione” (2020)[4], “verso le relazioni internazionali” (2021)[5], “verso i sistemi politici” (2022)[6], “verso le proteste nazionali del 2022” (2022)[7] e “verso i media persiani” (2023)[8].

Il fondatore e direttore dell’“istituto di ricerca”

Approfondiamo allora chi dirige questo “istituto di ricerca basato in Olanda” chiamato Gamaan. Sul proprio sito ufficiale esso si presenta come “indipendente e senza scopo di lucro”, fondato e diretto da un iraniano, Ammar Maleki, “assistente professore di politica comparata all’Università di Tilburg”.

Il padre di Ammar è Mohammad Maleki, primo Preside dell’università di Teheran dopo la Rivoluzione e noto oppositore della Repubblica Islamica, legato alla setta terroristica dei Mojahedin-e Khalq (MEK), gruppo responsabile dell’uccisione di almeno 12.000 cittadini iraniani e di un numero imprecisato di cittadini iracheni. I suoi legami con la setta terroristica sono così palesi che quando morì nel dicembre del 2020 venne pianto direttamente dal capo del gruppo criminale, Maryam Rajavi, che pubblicò un messaggio di condoglianze sul proprio sito ufficiale[9] e organizzò una cerimonia in suo onore nel loro “campo” in Albania.[10]

La pagina Twitter di Ammar Maleki ci chiarisce in modo palese che ci troviamo di fronte non a un ricercatore scientifico o studioso universitario, come ama presentarsi sul sito dell’“istituto”, ma piuttosto davanti a un puro attivista politico e un mero propagandista oppositore della Repubblica Islamica: scorrendone i messaggi, troviamo pochissimo o nulla di accademico, mentre è colma di slogan (da “Pasdaran terroristi” a quello più blasonato “Vita, donna, libertà”) e poster politici, insieme a foto e video delle sue partecipazioni alle manifestazioni contro il “regime” organizzate in Europa.[11]

Se gli va dato atto di una cosa è che su Twitter, nelle interviste che concede frequentemente ai media anglo-sassoni in lingua persiana e nelle manifestazioni politiche contro la Repubblica Islamica a cui prende regolarmente parte, non nasconde affatto le sue posizioni politiche, anche quelle più estreme. Durante la manifestazione dell’opposizione iraniana in Europa tenutasi a Berlino il 22 ottobre scorso e organizzata da Hamed Esmaeliyun, un altro oppositore vicino ai terroristi del MEK, Ammar Maleki è stato addirittura uno degli ‘oratori’ dal palco, dove è arrivato ad accusare la Repubblica Islamica di “collocare bombe nelle città europee” ed essere “un ISIS che ha una poltrona nelle Nazioni Unite”![12] Questo è quindi il profilo del fondatore e direttore dell’“istituto di ricerca” citato da Micalessin nel suo articolo. Non è pertanto strano che i sondaggi pubblicati da tale “istituto”, diretto da una persona che pubblicamente invita ad ogni tornata elettorale la popolazione iraniana a boicottare le urne in quanto non riconosce come “legittimo” l’ordinamento politico vigente, affermino che solo il 15% della popolazione sosterrebbe la Repubblica Islamica…

Sempre dal sito di Gamaan apprendiamo che Maleki “supervisiona” l’istituto insieme a un altro iraniano, Pooyan Tamimi Arab, “assistente professore di studi religiosi all’Università di Utrecht”, già collaboratore della “Open Democracy”[13], progetto inglese a cui partecipa anche, fra gli altri, George Soros, e che è finanziato da “organizzazioni filantropiche” come la Rockefeller Brothers Fund e la Ford Foundation, secondo quanto riporta Wikipedia.[14]

Tamimi Arab è sposato con Sara Emami, che il New York Magazine presenta come una “artista visiva”.[15] Dalla sua pagina Instagram emerge chiaramente come anche lei non nasconda affatto i propri orientamenti politici, avendo messo la sua ‘arte’ al servizio e sostegno del movimento “Vita, donna, libertà”.[16] La coniuge di Tamimi Arab ha perfino dichiarato di aver composto una sua ‘opera’ “ispirata dalla continua lotta di Masih Alinejad per la libertà di espressione delle donne in Iran”.[17] Già, proprio l’“attivista” notoriamente stipendiata dal Congresso USA per le sue attività contro la Repubblica Islamica.[18]

I finanziatori dei sondaggi di Gamaan

Lo “studio” sull’atteggiamento degli iraniani verso la religione, citato poco sopra e pubblicato nell’agosto del 2020, secondo il sito di Gamaan è stato finanziato e condotto con la cooperazione di Ladan Boroumand, cofondatrice del “Centro per i Diritti Umani in Iran Abdorrahman Boroumand”.[19]

Ladan Boroumand è la figlia di Abdorrahman, che fu l’assistente dell’ultimo Primo Ministro dello Scià Pahlavi, Shapour Bakhtiar, ed uno dei tre membri del Comitato Esecutivo del “Movimento Nazionale di Resistenza dell’Iran”, fondato da quest’ultimo nell’agosto del 1980 a Parigi per combattere contro la Repubblica Islamica.

Il Centro fondato e diretto da Boroumand, la cui sede ‘casualmente’ si trova a Washington, “promuove i diritti umani e la democrazia in Iran” e negli ultimi cinque anni ha ricevuto “circa il 72% del suo sostegno da fondazioni private statunitensi ed europee, il 21% da fondi pubblici statunitensi ed europei e il 7% da singoli donatori”.[20] Tra i membri del Consiglio di Amministrazione del Centro, oltre alla sorella di Ladan, Roya, tra gli altri troviamo anche il celebre Francis Fukuyama[21], che fu già membro del Consiglio di Amministrazione di una ben più nota organizzazione, la National Endowment for Democracy (NED).[22] Quel Fukuyama che, non dimentichiamo, ‘lungimirantemente’ aveva anticipatamente previsto “la fine della storia  in quanto tale: cioè il punto finale dell’evoluzione ideologica dell’umanità e l’universalizzazione della liberal-democrazia occidentale quale forma finale del governo umano”…

La stessa Ladan Boroumand è wisiting fellow della NED, l’organizzazione creata negli anni ‘80 dall’amministrazione Reagan come facciata della CIA, e che da allora è stata l’artefice da dietro le quinte di molte delle “rivoluzioni colorate”, tentate o riuscite, organizzate negli ultimi decenni dagli USA nel mondo.[23] La NED, nota per questo anche come “seconda CIA”, risulta inoltre tra le fondazioni “private” che hanno finanziato sin dal 2002 proprio il Centro diretto da Boroumand e intitolato al padre, Centro che a sua volta – come abbiamo visto – finanzia i sondaggi condotti da Gamaan. Secondo quanto dichiarato da Tamimi Arab, Boroumand ha collaborato anche alla realizzazione dell’altro sondaggio della Gamaan, quello a cui fa riferimento Micalessin nel suo articolo.[24]

Nel dicembre 2022 Gamaan, “per l’impegno innovativo nello scoprire cosa pensano veramente gli iraniani”, è stato premiato con la “medaglia del Presidente del Market Research Society (MRS)”.[25] Alla cerimonia di premiazione, ci informa ancora Tamimi, erano presenti “organizzazioni come la NATO”[26] (nota per le sue attività umanitarie e super partes…).

In questo contesto, senza provare il senso del ridicolo, Tamimi Arab cita Ladan Boroumand, cioè proprio colei che collabora ai sondaggi della Gamaan e tramite il suo Centro li finanzia, per dimostrare l’autorevolezza dell’istituto da lui “supervisionato”: “Sono orgoglioso che Ladan Boroumand scriva che Gamaan ha infranto il monopolio dello Stato iraniano sulla verità sul suo popolo”![27]

Gamaan e i media londinesi

Come accennato precedentemente, uno dei sondaggi realizzato da Gamaan che più ha attirato l’attenzione e le critiche è stato quello sulle preferenze degli iraniani rispetto ai “media persiani”, realizzato nel 2023. Nei risultati pubblicati dall’“istituto di ricerca basato in Olanda”, il media più seguito dagli iraniani risulterebbe infatti Iran International (54%), del quale abbiamo accennato all’inizio, seguito dai londinesi Manoto (42%) e BBC Farsi (37%). Solo quarta invece la Televisione di Stato iraniana IRIB (36%) e subito dopo Voice of America (34%). Questo risultato non dovrebbe però meravigliarci, perché Ammar Maleki è spesso ospite, in qualità di “esperto”, proprio di queste tre emittenti ospitate dall’Inghilterra, oltre che della TV ufficiale in lingua persiana del governo statunitense VOA. Neanche l’ordine della classifica dovrebbe sorprendere particolarmente visto che, facendo una semplice ricerca sul canale Telegram di Iran International in persiano, il fondatore di Gamaan risulta citato o intervistato da questo canale per ben 107 volte![28]

Conclusione

Stando a Tamimi Arab e Maleki, il loro istituto ha introdotto una “nuova metodologia” nelle ricerche e sondaggi riguardanti le posizioni e atteggiamenti degli iraniani.[29] Con quanto da noi esposto sopra riguardo alle identità, idee e attività politiche del fondatore/direttore di Gamaan e del suo aiutante “supervisore”, dei loro collaboratori e finanziatori, nonché rispetto a questa “nuova metodologia” da essi applicata, è piuttosto naturale che le ricerche condotte da istituti e centri di ricerca internazionali davvero scientifici, seri e attendibili (come Gallup o l’Università del Maryland, per citarne due dei più noti) giungano a risultati molto differenti, quando non opposti, rispetto a quelli pubblicati da questa pagliacciata di “istituto di ricerca basato in Olanda” di nome Gamaan.

Per fare dei meri esempi e non dilungarci troppo, il Center for International and Security Studied at Maryland dell’Università del Maryland, in un sondaggio pubblicato nell’ottobre del 2019 col titolo Iranian Public Opinion under “Masimum Pressure”[30], ci informa che in realtà ben il 77% degli iraniani guarda la Televisione di Stato, il 36% dei quali “molto”, mentre appena il 26% segue i canali satellitari (londinesi), e soltanto l’8% “molto”.

Secondo Gamaan il 70% degli iraniani è d’accordo che i governi occidentali inseriscano i Guardiani della Rivoluzione Islamica tra le “organizzazioni terroristiche”, appena il 14% ha fiducia in questo corpo militare e solo il 34% ritiene che le loro attività regionali abbiano aumentato la sicurezza dell’Iran, mentre il sondaggio pubblicato dall’Università del Maryland riporta che ben l’81% ritiene che l’operato dei Guardiani della Rivoluzione nel Vicino Oriente abbia reso l’Iran più sicuro.

Nel ‘sondaggio’ pubblicato da Gamaan nel 2018, in caso di “elezioni libere” il Generale Soleimani avrebbe ottenuto lo 0,2% delle preferenze, mentre secondo l’University del Maryland nel 2019 il martire Soleimani è risultato la figura iraniana più popolare (82%).

Se il ‘sondaggio’ di Gamaan sostiene che solo il 15% degli iraniani sostengano la Repubblica Islamica e l’81% vorrebbe addirittura abolirla, un altro sondaggio pubblicato sempre dall’Università del Maryland, questa volta nel 2018[31], ci informa che meno del 5% degli iraniani ritiene che sia necessario un cambiamento radicale del proprio ordinamento politico, l’11,5% è parzialmente d’accordo, mentre il 23,2% è parzialmente contrario e il 53,5% fortemente ostile.

Il ‘sondaggio’ pubblicato da Gamaan nel 2020 sostiene che ben il 68% della popolazione crederebbe che le prescrizioni religiose debbano essere escluse dalla legislazione statale e solo il 14% riterrebbe invece che la legge nazionale debba essere invariabilmente conforme alle prescrizioni religiose, mentre secondo lo studio dell’Università del Maryland solo il 21,7% richiede fortemente un “allentamento” della Legge Islamica, il 14,7% lo richiede parzialmente, mentre il 26% è parzialmente contrario e il 33,3% fortemente contrario.

Secondo il ‘sondaggio’ di Gamaan del 2022 sulle relazioni internazionali, il 52% degli iraniani avrebbe una visione positiva degli Stati Uniti, contrariamente allo studio dell’Università del Maryland del 2019, secondo cui l’86% della popolazione persiana avrebbe una visione negativa (e il 73% “molto” negativa). L’istituto statunitense Gallup, da parte sua, nel 2022 ha pubblicato i risultati di tre sondaggi rispetto alla percezione degli Stati Uniti in 13 Paesi a maggioranza musulmana. Le domande riguardano l’impegno USA nella Regione in tre campi: democrazia, autodeterminazione e miglioramento economico. In tutte le tre domande gli iraniani sono quelli che hanno mostrato maggiore disapprovazione. Sulla serietà USA nell’incoraggiare la formazione di ordinamenti democratici l’81% degli iraniani si è detto in disaccordo; sulla loro volontà di permettere ai popoli di plasmare il proprio futuro politico è l’80% ad essere contrariato e sulla loro serietà nel voler migliorare la situazione economica è stato ben l’82% a mostrarsi diffidente.[32]

Dando credito a “istituti” come Gamaan si manifesta ancora una volta il livello davvero basso di professionalità e onestà di buona parte del giornalismo italiano e occidentale, fornendo al contempo la misura della sua obiettività e attendibilità, soprattutto quando si tratta della Repubblica Islamica dell’Iran.

Note

[1] Cfr. https://gamaan.org/wp-content/uploads/2023/02/GAMAAN-Protests-Survey-English-Report-Final.pdf

[2] Cfr. https://twitter.com/BarakRavid/status/1560685368780939265.

[3] Cfr. http://www.ensafnews.com/204759/%D8%B4%DB%8C%D8%A7%D8%AF%DB%8C%D9%90-%D8%B9%D9%84%D9%85%DB%8C-%D8%AF%D8%B1-%D9%82%D8%A7%D9%84%D8%A8-%D9%86%D8%B8%D8%B1%D8%B3%D9%86%D8%AC%DB%8C/ (in persiano). Al seguente collegamento telematico in lingua inglese è possibile trovare dei riferimenti all’articolo di M.R. Jalaeipour in lingua persiana: https://nournews.ir/En/News/151219/Gamaan-poll;-Biased-research-or-factual-survey

[4] https://gamaan.org/2020/08/25/iranians-attitudes-toward-religion-a-2020-survey-report/   

[5] https://gamaan.org/2021/10/27/iraniansattitudes-toward-international-relations-a-2021-survey-report/

[6] https://gamaan.org/2022/03/31/political-systems-survey-english/

[7] https://gamaan.org/2023/02/04/protests_survey/

[8] https://gamaan.org/2023/09/08/iranians-attitudes-toward-media-2023/

[9] Cfr. https://news.mojahedin.org/i/%D9%BE%DB%8C%D8%A7%D9%85-%D8%AA%D8%B3%D9%84%DB%8C%D8%AA-%D8%AE%D8%A7%D9%86%D9%85-%D9%85%D8%B1%DB%8C%D9%85-%D8%B1%D8%AC%D9%88%DB%8C-%D9%85%D9%86%D8%A7%D8%B3%D8%A8%D8%AA-%D8%AF%D8%B1%DA%AF%D8%B0%D8%B4%D8%AA-%D8%AF%DA%A9%D8%AA%D8%B1-%D9%85%D8%AD%D9%85%D8%AF-%D9%85%D9%84%DA%A9%DB%8C

[10] Cfr. https://iran-efshagari.com/%D9%85%D8%B1%DB%8C%D9%85-%D8%B1%D8%AC%D9%88%DB%8C%D8%8C-%DA%AF%D8%B1%D8%A7%D9%85%DB%8C%D8%AF%D8%A7%D8%B4%D8%AA-%D9%85%D8%A8%D8%A7%D8%B1%D8%B2%D8%A7%D9%86-%D9%88-%D9%85%D8%AC%D8%A7%D9%87%D8%AF%D8%A7/

[11] Cfr. per esempio: https://twitter.com/AmmarMaleki/status/1599434774531444736https://twitter.com/AmmarMaleki/status/1627646296226947072https://twitter.com/AmmarMaleki/status/1627679104316190722

[12] Cfr. https://www.youtube.com/watch?v=d9_3H15xkwk 

[13] Cfr. https://www.opendemocracy.net/en/author/pooyan-tamimi-arab/

[14] Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/OpenDemocracy

[15] https://nymag.com/intelligencer/article/iran-secular-shift-gamaan.html

[16] Cfr. ad esempio: https://www.instagram.com/p/CjZ30b6Nh8x/?img_index=1 e https://www.instagram.com/p/CldTT0YNosZ/.

[17] Cfr. https://www.instagram.com/p/Cio8RGxNA9U/

[18] Cfr. https://islamshia.org/soldi-sporchi-lagente-statunitense-che-guida-le-rivolte-provocate-dalla-cia-in-iran/

[19] Cfr. https://gamaan.org/wp-content/uploads/2020/09/GAMAAN-Iran-Religion-Survey-2020-English.pdf

[20] Cfr. https://www.iranrights.org/center

[21] Cfr. https://www.iranrights.org/center/who

[22] Cfr. https://www.press.jhu.edu/books/authors/francis-fukuyama-phd

[23] Cfr. https://williamblum.org/chapters/rogue-state/trojan-horse-the-national-endowment-for-democracy

[24] Cfr. https://www.research-live.com/article/features/iran-measuring-attitudes-busting-myths/id/5106532

[25] Cfr. https://www.mrs.org.uk/article/mrs/mrs-presidents-medal-2022-finalists-announced

[26] Cfr. https://www.uu.nl/en/news/gamaan-research-group-wins-prestigious-mrs-presidents-medal

[27] Cfr. https://www.mrs.org.uk/article/mrs/mrs-presidents-medal-2022-finalists-announced

[28] Cfr. https://t.me/IranintlTV

[29] Cfr. https://www.research-live.com/article/features/iran-measuring-attitudes-busting-myths/id/5106532

[30] https://cissm.umd.edu/sites/default/files/2019-10/Iranian%20PO%20under%20Maximum%20Pressure_101819_full.pdf

[31] Cfr. https://cissm.umd.edu/sites/default/files/2019-10/CISSM%20Jan%202018%20Iran%20Results%20and%20Trend%20Tables%20-%20FINAL.pdf

[32] https://news.gallup.com/poll/473546/muslim-majority-countries-doubt-motives.aspx

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