Medio Oriente

Libano polveriera mediorientale

Nelle ultime settimane, una serie di incidenti e violenze hanno fatto innalzare la tensione in tutto il Libano. Gli episodi più gravi sono stati sicuramente gli scontri armati scoppiati ad Ain al-Hilweh, il più grande campo profughi palestinese nel sud del Libano, tra la fazione di Fatah e militanti estremisti. Il primo ministro libanese Najib Mikati ha attribuito le violenze a forze esterne e ai loro “ripetuti tentativi di usare il Libano come campo di battaglia a difesa di interessi esteri”.

Tra il 29 luglio e il 2 agosto, esplosioni e colpi di arma da fuoco hanno scosso il campo di Ain al-Hilweh, provocando almeno 13 morti, decine di feriti e lo sfollamento di circa duemila persone.

L’ambiguo appello dell’ambasciata saudita a Beirut

Durante queste violenze, l’ambasciata dell’Arabia Saudita a Beirut ha lanciato un appello ai suoi cittadini affinché lascino il Libano e non si rechino nelle zone dove ci sono scontri armati. L’ambasciata non ha specificato quali zone evitare. Anche altri Stati del Golfo Persico hanno aggiornato i loro consigli di viaggio per il Libano. Tuttavia, sono passati diversi giorni e non è successo nulla, ad eccezione dei danni subiti dall’industria del turismo libanese. Fonti hanno riferito a testate giornalistiche vicine a Hezbollah che le dichiarazioni delle ambasciate del Golfo Persico erano meramente politiche e legate alle elezioni presidenziali. 

Martedì scorso, l’esercito libanese ha organizzato una visita lungo la Linea Blu per i rappresentanti degli Stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite accreditati in Libano alla presenza di media locali, regionali e internazionali.

Il tour includeva una presentazione della Blue Line (una linea di confine tra il Libano e i territori palestinesi occupati pubblicata dalle Nazioni Unite il 7 giugno 2000 allo scopo di determinare se Israele si fosse completamente ritirato dal Libano) con informazioni dettagliate sui punti di contesa. All’arrivo, due cannoniere israeliane hanno violato le acque territoriali libanesi sotto gli occhi della delegazione internazionale.

Il generale di brigata Mounir Shehadeh ha pronunciato un discorso in cui ha affermato che “il Libano ha delle riserve su queste violazioni, comprese 13 posizioni di confine ancora occupate dal regime israeliano”, sottolineando che la demarcazione del confine è stata completata nel 1923 e che il Libano non accetterà mai alcun emendamento. 

“Queste aree al confine meridionale sono state registrate dall’adozione della Linea Blu, e quindi sono una linea di ritiro (per l’occupazione israeliana) e non una demarcazione dei confini”, ha affermato il generale Shehadeh.

Demarcazione del confine tra Libano e Palestina

La demarcazione del confine del Libano con la Palestina è avvenuta nel 1923 e sancita da un accordo di armistizio nel 1949. Shehadeh ha sottolineato che “al Libano non interessa ciò che si dice sulla demarcazione del territorio, e che questa parola non è presente nel nostro dizionario come esercito libanese e come governo libanese. Stiamo parlando di fissare i confini e mostrare i confini libanesi, non di delimitare i confini”.  

“Quando la Linea Blu è stata tracciata nell’anno 2000 dalle Nazioni Unite, è arrivata in più di un luogo che non coincide con i confini internazionali, e l’abbiamo chiamata una linea di ritiro, non una linea di confine, e quindi vogliamo che la Linea Blu diventi identica a ciò che è identificato a livello internazionale.” Ha concluso sottolineando che “conserveremo il diritto del Libano su ogni granello della sua terra, ed è quello che stiamo facendo”.

Israele ha chiesto al Libano, tramite mediatori internazionali, di rimuovere due tende allestite da Hezbollah nell’area di Sheba’a Farm. La risposta di Beirut è stata che le due tende si trovano in territorio libanese. Le tensioni si sono ulteriormente intensificate di recente dopo che Israele ha rioccupato il villaggio di Ghajar settentrionale, nel sud-est del Libano. 

Durante il suo discorso di Ashura, Nasrallah ha lanciato un monito ai leader politici e militari israeliani dicendo: “State attenti a qualsiasi stupidità. La Resistenza in Libano non si ritirerà dal suo dovere. È pronta per qualsiasi opzione”.

Israele circondato dalla Resistenza

Oggi, secondo gli esperti, la Resistenza libanese possiede tra i 100mila e i 150mila soldati insieme a una vasta gamma di potenti missili e altre armi sofisticate che ha tenuto segreto. Gli esperti ritengono che se oggi Israele intraprendesse una guerra contro il Libano, Hezbollah sarebbe in grado di conquistare l’intera regione della Galilea e forse di più (territori palestinesi occupati nel nord) entro i primi due o tre giorni di guerra. 

C’è la possibilità che la prossima guerra israeliana contro il Libano coinvolga l’Asse della Resistenza composto dagli iracheni delle Hashd al-Sha’abi, yemeniti di Ansarullah, Pasdaran iraniani, la Resistenza palestinese nella Striscia di Gaza e la nuova Resistenza nella Cisgiordania occupata. La Siria troverebbe anche una buona opportunità per liberare le alture del Golan e attaccare da quella direzione. Il tempo farà giustizia.

di Redazione

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