Medio Oriente

Libano, scontri armati ad Ain Al-Hilweh

LibanoViolenti scontri armati sono in corso nel campo profughi palestinese di Ain Al-Hilweh, nella città libanese di Sidone. Le strade vicino al luogo degli scontri sono state bloccate mentre i proiettili vaganti hanno colpito alcuni civili.

Gli scontri hanno avuto inizio quando nel quartiere di Al-Basateen all’interno del campo di Ain Al-Hilweh, il leader del movimento Fatah, Abu Ashraf Al-Armoushi, è stato ucciso durante un’imboscata armata. Nell’agguato sono morti anche quattro compagni di Al-Armoushi.

Agli abitanti di Sidone è stato ordinato di rimanere in casa poiché i proiettili vaganti hanno colpito negozi e case in diverse zone. Un proiettile ha colpito anche Piazza dei Martiri nel centro di Sidone. L’ultimo bilancio degli scontri è di nove morti e quaranta feriti, tra cui un bambino.

Libano e la polveriera di Ain al-Hilweh

Ammassati in 1,5 chilometri quadrati, i residenti di Ain al-Hilweh vivono in strutture fatiscenti in un labirinto di vicoli male odoranti. Fili elettrici aggrovigliati coprono il cielo, fogne a cielo aperto scorrono lungo i canaloni stretti.

Le leggi del Libano e dei decreti ministeriali hanno stabilito una serie di restrizioni che negano ai profughi palestinesi i diritti civili elementari. Essi sono privati del diritto di svolgere la maggior parte delle professioni, frequentare le scuole pubbliche, avere delle proprietà e muoversi liberamente nel Paese. Ad esempio, i palestinesi non sono autorizzati a lavorare nei campi della medicina, del diritto e dell’istruzione.

Gli uomini sono per lo più disoccupati, depressi e umiliati per non essere in grado di soddisfare le esigenze delle proprie famiglie. I giovani palestinesi in particolare soffrono le leggi sul lavoro e si limitano a praticare i mestieri più umili. I giovani di Ain al-Hilweh spesso finiscono per essere sfruttati dalla criminalità o da piccoli gruppi terroristici finanziati da Paesi stranieri (Arabia Saudita, Israele). Per pochi dollari vengono assoldati dai gruppi armati come militanti, facchini, spie, vedette e informatori all’interno dei campi.

di Redazione

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