La Banca mondiale ha avvertito che “l’economia globale si avvicina pericolosamente verso la recessione, guidata da una crescita più debole in tutte le principali economie del mondo: Stati Uniti, Europa e Cina“.
In un rapporto annuale, la Banca mondiale, che presta denaro ai Paesi più poveri per progetti di sviluppo, ha affermato di aver tagliato le sue previsioni di crescita globale quest’anno di quasi la metà, a solo l’1,7%, rispetto alla precedente proiezione del 3%. Se tale previsione si rivelasse accurata, sarebbe la terza espansione annuale più debole degli ultimi 30 anni, dietro solo alle profonde recessioni causate dalla crisi finanziaria globale del 2008 e dalla pandemia di coronavirus nel 2020.
Anche se gli Stati Uniti potrebbero evitare quest’anno una recessione – la Banca mondiale ha previsto che l’economia statunitense sosterrà la crescita dello 0,5 per cento – la debolezza globale probabilmente porrà un altro ostacolo per le imprese e i consumatori statunitensi, oltre a prezzi elevati e tassi di indebitamento più costosi. Gli Stati Uniti rimarrebbero inoltre vulnerabili a ulteriori interruzioni della catena di approvvigionamento se il COVID-19 continua a crescere o la guerra della Russia in Ucraina peggiora.
E l’Europa, a lungo uno dei principali esportatori verso la Cina, soffrirà probabilmente di un’economia cinese più debole.
Banca mondiale: aumento tassi interesse nelle economie sviluppate attirerà capitali di investimento dai Paesi poveri
Il rapporto della Banca mondiale ha anche rilevato che l’aumento dei tassi di interesse nelle economie sviluppate come gli Stati Uniti e l’Europa attirerà capitali di investimento dai Paesi più poveri, privandoli così di investimenti nazionali cruciali. Allo stesso tempo, afferma il rapporto, quegli alti tassi di interesse rallenteranno la crescita nei Paesi sviluppati in un momento in cui la guerra in Ucraina ha mantenuto alti i prezzi mondiali dei prodotti alimentari.
L’impatto di una recessione globale ricadrebbe particolarmente sui Paesi più poveri in aree come l’Africa sahariana, che ospita il 60% dei poveri del mondo. La Banca mondiale ha previsto che il reddito pro capite crescerà solo dell’1,2% nel 2023 e nel 2024, un ritmo così tiepido che i tassi di povertà potrebbero aumentare.
La debolezza della crescita e degli investimenti delle imprese aggraverà le già devastanti inversioni di tendenza in materia di istruzione, sanità, povertà e infrastrutture e le crescenti richieste derivanti dal cambiamento climatico. Affrontare la portata di queste sfide richiederà molte più risorse per lo sviluppo e i beni pubblici globali.
Oltre a cercare nuovi finanziamenti in modo da poter prestare di più ai Paesi più poveri, la Banca mondiale cercherà di migliorare le sue condizioni di prestito che aumenterebbero la trasparenza del debito, soprattutto per la quota crescente di Paesi poveri che sono a alto rischio di sofferenza del debito.
di Redazione