Iran, intelligence smaschera i “rivoltosi”
Da oltre 40 anni l’Iran è oggetto di campagne mediatiche sostenute e finanziate dall’Occidente. I fiumi di denaro che Paesi come Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita investono per creare queste “rivolte”, hanno come “rivendicazione” di fondo la tanto sbandierata battaglia per i diritti umani e il tanto discusso Hijab.
Nell’ambito delle ultime violente proteste in Iran, il ministero dell’Intelligence iraniano in una dichiarazione ha presentato le operazioni di contrasto contro i recenti disordini.
Almeno 49 terroristi dei Mujahedin-e-Khalq Organization (Mko) sono stati arrestati per aver prodotto notizie false, incitato i “rivoltosi” a organizzare caos, terrore e devastazioni, distruzione proprietà pubbliche, fornito varie attrezzature e armi per affrontare la polizia e materiali incendiari.
Il ministero ha aggiunto che sono stati arrestati anche 77 membri di gruppi terroristici nella regione del Kurdistan iracheno, tra cui il famigerato PJAK. Documenti pubblicati da Wikileaks nel 2010 parlavano della volontà dell’allora capo del Mossad, Meir Dagan, di utilizzare i gruppi separatisti curdi, tra i quali il PJAK, considerato uno dei più “attivi” per destabilizzare la Repubblica Islamica (cfr. https://ekurd.net/mismas/articles/misc2010/12/irankurd689.htm).
Nelle operazioni dell’intelligence sono stati arrestati anche cinque membri terroristi takfiri con 36 kg di esplosivo, che volevano effettuare attentati durante i disordini. Altre 92 persone affiliate al vecchio regime di Pahlavi sono state identificate e arrestate nei disordini.
Tra gli arrestati anche nove cittadini stranieri provenienti da Germania, Polonia, Italia, Francia, Olanda, Svezia, ecc. per aver fomentato e partecipato ai disordini. Il ministero dell’intelligence ha anche fatto riferimento all’imponente attività dei media stranieri e dei social media nel fomentare le violenze in Iran.
di Redazione