Iran in prima linea nella lotta al terrorismo e grande vittima del terrorismo
Il 30 agosto è l’anniversario di un grave crimine terroristico contro la nazione e il governo della Repubblica Islamica dell’Iran. Ogni anno, in questo giorno, la nazione iraniana esprime la sua rabbia e la sua indignazione contro il terrorismo e ribadisce la necessità di solidarietà e unità nell’affrontare questo orrendo crimine.
Il 30 agosto 1981, il presidente eletto e il primo ministro iraniani sono stati assassinati in un attacco terroristico. Precedentemente, il 28 giugno 1981, gruppi terroristici avevano ucciso dozzine di funzionari politici, giudiziari, di partito e semplici cittadini innocenti in un crimine simile, nell’esplosione dei locali del Partito della Repubblica Islamica.
Il gruppo terroristico dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (Mko), alleato di Saddam Hussein, il dittatore dell’Iraq, ha tradito la nazione iraniana e per otto anni ha combattuto al fianco di questo regime crudele contro la propria nazione. Questo gruppo si è macchiato dell’uccisione di più di 17mila funzionari dello Stato e membri del parlamento, delle forze armate e delle forze dell’ordine nonché inermi cittadini per i suoi obiettivi disumani.
Il ruolo di elementi dell’organizzazione Mojahedin, diretti dai servizi di intelligence e spionaggio stranieri contro l’Iran, nell’assassinio di scienziati nucleari iraniani è del tutto chiaro e provato. Questo violento gruppo terroristico non solo è ripudiato dal popolo iraniano, ma anche da altri gruppi iraniani di opposizione all’estero e vi è una diffusa repulsione per i suoi atti disumani e barbari.
Oggi il mondo riconosce l’Iran come Paese in prima linea nella lotta al terrorismo. Il mondo deve la sconfitta del gruppo terroristico Daesh all’Iran, che, insieme ai suoi alleati in Iraq e Siria, ha combattuto e sconfitto questo ed altri gruppi terroristici. Nonostante il ruolo che ha giocato nella sconfitta del Daesh e del terrorismo Takfiri, l’Iran non vuole riconoscimenti e lodi, avendo agito secondo i principi dei suoi valori nazionali e morali. Ma l’Iran, in quanto vittima del terrorismo, si aspetta che i Paesi che ospitano membri di gruppi terroristici come i Mojahedin del Popolo e consentano loro di operare liberamente, smettano di applicare doppi standard nell’affrontare il terrorismo.
I diritti umani e i valori democratici non dovrebbero essere strumentalizzati dai governi per nascondere la verità e ignorare i crimini dei terroristi e purificarli. Democrazia non significa libertà dei terroristi nei Paesi occidentali. La democrazia e la libertà non possono essere raggiunte sostenendo il terrorismo per commettere tradimento e crimini in altri Paesi. Consentire ai terroristi di operare liberamente contro il governo e il popolo iraniano non significa promuovere i diritti umani e la libertà di espressione, ma piuttosto una loro chiara violazione. Il terrorismo non può essere diviso in buono e cattivo. Se l’Europa vede danneggiata la sua credibilità nel mondo, è a causa della sua contraddizione nel difendere i terroristi e nel sostenerli. Questo non è compatibile con la democrazia e i diritti umani.
Il governo e il popolo iraniano nutrono aspettative nei confronti della grande nazione e il governo amico dell’Italia, affinché venga riconosciuta terroristica l’organizzazione dei Mojahedin e impedita loro di svolgere attività sotto mentite spoglie di libertà, difesa dei diritti umani.
Viva l’antico legame tra le nazioni dell’Iran e dell’Italia.
Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran