Ucraina, Stati Nato vogliono che la guerra continui
Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha dichiarato martedì che numerosi Paesi della Nato vogliono che il conflitto in Ucraina continui.
“Ci sono Paesi in Occidente che vogliono che la guerra continui, tra cui gli Stati membri della Nato. Intendo non solo gli Stati Uniti, ma anche i Paesi membri della Nato. C’erano anche quelli che volevano sabotare l’accordo sul grano. Ma non erano gli Stati Uniti. Gli Usa hanno contribuito alla conclusione dell’accordo sul grano, compresa la revoca delle restrizioni alle esportazioni di fertilizzanti russi, lo sblocco dei porti e la revoca delle restrizioni alle operazioni bancarie. Eppure c’erano anche Paesi europei che volevano sabotare questo. Non perdiamo la speranza e continuiamo i nostri sforzi”, ha dichiarato in un’intervista al canale Haber Global Tv.
Il perché dell’intervento russo in Ucraina
Il 24 febbraio scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato in un discorso televisivo che in risposta a una richiesta dei capi delle repubbliche del Donbass aveva deciso di effettuare un’operazione militare speciale al fine di proteggere le persone “che hanno subito abusi e il genocidio del regime di Kiev per otto anni”. In seguito, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno annunciato l’introduzione di pesanti sanzioni contro la Russia e hanno intensificato le consegne di armi a Kiev.
Il 22 luglio a Istanbul è stato firmato un pacchetto di documenti volti a risolvere la questione delle forniture di cibo e fertilizzanti sui mercati globali. In base al memorandum Russia-Onu, le Nazioni Unite si impegnano a lavorare per revocare le restrizioni anti-russe che ostacolano le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti. Un altro documento prevede un meccanismo per esportare grano dai porti del Mar Nero controllati dall’Ucraina. Un accordo tra Russia, Turchia, Ucraina e Nazioni Unite prevede l’istituzione di un centro di coordinamento a quattro parti per perquisire le navi che trasportano grano al fine di prevenire il contrabbando di armi ed evitare qualsiasi false flag.
di Redazione