Palestina a un passo dalla guerra totale
Negli ultimi mesi in Palestina assistiamo a un drammatico innalzamento dello scontro armato tra fazioni palestinesi ed esercito israeliano. Nelle ultime settimane i soldati israeliani hanno effettuato continue e brutali aggressioni contro i fedeli in preghiera presso la Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme. Risultato? Centinaia di palestinesi feriti e oltre 500 arrestati. Purtroppo, il dramma della questione palestinese persiste senza alcuna soluzione in vista.
Palestina e la nuova Resistenza di Jenin
La storica città di Jenin è stata teatro di aspri scontri tra giovani palestinesi e forze di occupazione. L’esercito israeliano ha effettuato incursioni, arresti e tentativi di demolire le case dei combattenti e dei prigionieri palestinesi.
La città di Jenin, nel nord della Cisgiordania, è sempre stata una fortezza della Resistenza e un modello per tutte le giovani generazioni di rivoluzionari che hanno sfidato coraggiosamente l’occupazione sionista.
Il campo profughi di Jenin è stato attaccato dall’esercito israeliano nell’aprile 2002, il che ha portato a nuove forme di Resistenza. Il campo profughi è stato istituito nel 1953 dal comune di Jenin. I residenti del campo sono originari dell’area del Carmelo ad Haifa e delle montagne del Carmelo.
L’esercito israeliano ultimamente ha provato ad entrare all’interno del campo ma si è visto respinto dalla determinata resistenza delle Brigate Jenin, nuova e potente fazione armata legata al Jihad Islamico.
Terrorista è colui che si difende?
Cosa dovrebbe fare il popolo palestinese, sia coloro che vivono sotto l’usurpazione sionista diretta in Cisgiordania, e le aree occupate nel 1948, sia nell’enclave assediata di Gaza, quando la loro situazione non conosce fine? Non passa giorno in cui non siano presi di mira dagli usurpatori della loro patria. Vengono uccisi deliberatamente dai soldati sionisti e dai coloni ebrei che affluiscono illegalmente da varie parti del mondo per impossessarsi delle terre dei palestinesi.
E se i palestinesi osano difendersi, vengono bollati come “terroristi”, con i media occidentali supini alla volontà sionista per evidenziare i “crimini violenti” contro gli israeliani “pacifici” e “amanti della pace”.
L’Onu, in particolare il suo Consiglio di sicurezza, guarda dall’altra parte, mentre i regimi che governano gli Stati arabi non hanno alcun interesse, se non a parole, per la questione cronica della Palestina. Ora, gli Stati arabi stanno commettendo un aperto tradimento normalizzando i legami con il criminale regime di Israele.
Le azioni del regime sionista in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza sono esattamente in linea con i modelli di regimi di apartheid. Questi regimi hanno affrontato un destino comune e sono scomparsi dalla scena, come abbiamo visto nel caso del regime dell’apartheid in Sud Africa. Israele sta andando verso la stessa sorte.
I recenti atti terroristici del regime sionista in Cisgiordania non possono che accelerare il crollo di questo regime di apartheid. C’è una forte sensazione che sia scattato quel drammatico countdown tra il regime sionista e l’Asse della Resistenza che coinvolgerà l’intero Medio Oriente. La storia e il tempo chiedono sempre il loro conto.
di Yahya Sorbello