Iran – L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco) ha registrato 26 monumenti del patrimonio culturale iraniano dal 1979 al 2021, trasformando il Paese in uno degli Stati leader con la maggior parte dei siti iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco.
L’iscrizione di 26 monumenti del patrimonio culturale, storico e naturale dimostra il fatto che l’Iran ha una posizione speciale nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco dalla vittoria della Rivoluzione Islamica. Strutture storiche e antiche, manufatti tradizionali e paesaggi naturali fanno parte dei beni culturali e sono considerati beni culturali tangibili, conservati in un’area antica o in un museo.
Prima del trionfo della Rivoluzione Islamica nel 1979, nessuno dei beni culturali, storici e naturali iraniani era stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale. Chogha Zanbil nella provincia del Khuzestan, Persepolis nella provincia di Fars e Piazza Naghsh-e Jahan nella provincia di Isfahan furono iscritte nella Lista nel primo anno dopo la vittoria della Rivoluzione Islamica.
Dieci anni fa, nell’elenco erano registrati 16 monumenti. Attualmente, l’Iran è al nono posto tra i Paesi con più monumenti registrati nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco.
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L’iscrizione della città bruciata a Meymand, il deserto di Lut, l’antica città di Susa o Shoosh, gli acquedotti iraniani, la città storica di Yazd, il paesaggio archeologico sasanide della regione di Fars, le foreste miste dell’Hyrcan del Caspio, la ferrovia transiraniana e il paesaggio culturale di Uramanat negli ultimi otto anni hanno portato l’Iran al nono posto in termini di possesso di monumenti culturali, storici e naturali della Lista del Patrimonio Mondiale.
Sebbene sia i governi che il pubblico dovrebbero preservare i monumenti culturali e naturali, le amministrazioni hanno il compito di perseguire l’iscrizione del loro patrimonio tangibile nazionale nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco.
di Redazione
