Soldati vietano a detenuta palestinese di allattare neonato
A una detenuta palestinese è stato impedito di allattare la figlia di due mesi. Najia Bisharat, residente nel villaggio di Khirbet Makhoul nella Valle del Giordano, è stata arrestata lunedì. È stata portata alla stazione di polizia di Shaar Binyamin insieme alla sua neonata.
Alla stazione di polizia, sua figlia le è stata portata via e ha aspettato cinque ore per essere rilasciata e riunirsi di nuovo con sua figlia. Durante la sua detenzione, le Forze di occupazione israeliane (Foi) hanno rifiutato la richiesta di Bisharat di allattare sua figlia. I funzionari israeliani non hanno spiegato perché a Bisharat sia stato negato il permesso di allattare la figlia che piangeva.
Il marito di Bisharat, Yousef, e diversi attivisti israeliani sono arrivati alla stazione per mostrare sostegno. Quando la bambina piangeva, uno degli attivisti, Amir Pansky, ha chiesto gli agenti di polizia di permettere Bisharat di allattare la figlia, ma hanno risposto che era una “provocazione”. La detenuta palestinese era sospettata di presunto lancio di sassi contro un veicolo israeliano, ma è stata poi rilasciata alla fine del suo interrogatorio.
Un approccio diverso avviene nei confronti degli israeliani. Infatti, la violenza dei coloni ebrei contro i palestinesi e le loro proprietà è di routine in Cisgiordania, ma le autorità di occupazione raramente prendono provvedimenti contro di essi.
Secondo il gruppo israeliano per i diritti Yesh Din, la forza di polizia israeliana responsabile delle indagini sugli atti criminali dei coloni in Cisgiordania chiude oltre il 90% delle denunce palestinesi contro i coloni senza presentare accuse, di solito a causa di “mancanza di prove” o “autore sconosciuto”. Benvenuti nella più “grande democrazia del Medio Oriente”.
di Redazione