Trattativa. Giraudo: ”Mori mi disse di non arrestare terrorista algerino”
Trattativa Stato-Mafia – “Mori mi disse di non procedere all’arresto di un personaggio importante in procinto di essere ricercato a livello internazionale quale responsabile di attentati avvenuti in Marocco, io mentii e gli dissi che avevo già dato l’ok, lui ebbe gesto di stizza e se ne andò via”.
Il colonnello Massimo Giraudo, che all’epoca si occupava della criminalità eversiva presso il reparto operativo all’interno del Ros, racconta al processo Trattativa Stato-mafia, come nel 1994 l’allora suo superiore, vicecomandante Mario Mori, avrebbe nel giro di pochi minuti cambiato idea riguardo l’arresto di un terrorista algerino sul quale, spiega il teste, pesava un mandato di arresto internazionale. “Quando un giorno il dispositivo di pedinamento mi avvisa che avevano di fronte il soggetto ricercato – spiega nello specifico Giraudo rispondendo alle domande del pm – io corsi subito ad informare Mori e lui non sollevò nessun problema, quindi io ritornai in ufficio, non feci nemmeno in tempo a dare il via che Mori mi raggiunge e mi dice di non procedere all’arresto senza spiegarmi il motivo”.
L’arresto invece venne effettuato lo stesso perché Giraudo avrebbe mentito dicendo di aver già dato il via all’operazione invece l’ok venne dato dopo: “Appena Mori si allontanò io immediatamente chiamai e dissi di procedere all’arresto”. Successivamente quando Giraudo venne chiamato da Mori al Sisde per occuparsi di terrorismo internazionale avrebbe avuto modo di comprendere che questo soggetto “faceva comodo da uomo libero ad americani ed alleati americani”. “I marocchini non erano interessati ad un soggetto di tale importanza perché in quel momento – racconta il teste – erano stati scoperti enormi quantità giacimenti di metano di tale importanza da essere strategici a livello internazionale e gli americani scommettevano sull’Islam moderato”. [https://www.antimafiaduemila.com/doss… ]
di Redazione